CNF,
newsletter 16.7.2013, n. 156
Obbligatorietà della mediazione per quattro anni e
assistenza tecnica degli avvocati per tutta la procedura; la condizione di
procedibilità è soddisfatta anche se al primo incontro non è raggiunto
l’accordo; e in questo caso nessuna indennità è dovuta all’organismo di
mediazione. Se tutte le parti sono assistite dagli avvocati, l’accordo di
conciliazione sottoscritto diventa titolo esecutivo, anche per la iscrizione di
ipoteca giudiziale; negli altri casi l’accordo è soggetto a omologa.
Sono queste le principali novità introdotte al
decreto legge “del fare”, in tema di mediazione, con gli emendamenti approvati
ieri notte dalle commissioni di merito affari costituzionali e bilancio della
Camera.
Novità tendenzialmente in linea con le richieste
avanzate dal CNF, come subordinate necessarie allo stralcio, in occasione
dell’audizione in commissione giustizia.
Il confronto tra il parlamento e il Governo è stato
serrato; in alcuni casi l’esecutivo si è dovuto rimettere alle decisioni della
Commissione; in altri i parlamentari hanno dovuto ritirare emendamenti che
avevano il parere contrario del Governo.
Prezioso, per la speditezza dei lavori, è stato il
lavoro compiuto dalla commissione giustizia nel suo articolato parere al testo
del decreto.
Il Governo invece ha dovuto ritirare un emendamento
che prevedeva la eliminazione di un divieto a ricoprire incarichi
extragiudiziari per chi riveste funzioni apicali nella magistratura.
In tema di mediazione, nonostante la richiesta
dell’esecutivo di accantonarne l’esame, la commissione ha deciso di andare
avanti e chiudere.
Sono comunque stati messi in votazione, e bocciati,
gli emendamenti volti a sopprimere il capo.
Per quanto riguarda gli altri capitoli, la competenza
a provvedere alla divisione a domanda congiunta è stata estesa, come richiesto
dal CNF, anche agli avvocati; ed è stata soppressa la disposizione che
individuava fori centralizzati per le aziende con sede all’estero, anch’essa
richiesta dal CNF.
E’ stata prevista solo la possibilità, e non
l’obbligo, del giudice di procedere al tentativo di conciliazione giudiziale e
sono state eliminate le conseguenze processuali di un eventuali rifiuto ad
aderire.
E’ stata riscritta la norma sulla semplificazione
della motivazione della sentenza civile, limitandone la concisione.
Ritocchi, in linea parziale con quanto suggerito dal
CNF, alle norme per la nomina dei giudici ausiliari per lo smaltimento
dell’arretrato, estendendo ai magistrati onorari la possibilità di impiego.
Stessa cosa per il tirocinio di laureati presso gli
uffici giudiziari, la cui formazione dovrà esser concordata in collaborazione
con i Consigli dell’Ordine qualora i tirocinanti svolgano pratica forense. Non
è stato introdotto un rimborso, ma è stata prevista una spesa pro capite di 400
euro per dotazioni informatiche.
Modifiche al decreto “del fare”: Mascherin: “Il
Parlamento ha fatto un buon lavoro. Molte distorsioni del dl attenuate o
superate. Ma ora occorre puntare a un intervento organico. Nessun cittadino
deve rimanere indietro”
“Portare avanti i diritti dei cittadini e battersi
per una democrazia solidale che non lasci indietro nessuno: questo è il compito
che spetta all’Avvocatura e sul quale chiediamo il sostegno di un Parlamento
che recuperi la sua centralità. L’economia non può dettare le regole al
diritto”.
Così ha parlato oggi il consigliere segretario del
CNF, Andrea Mascherin, in occasione dell’incontro organizzato dalle Unioni
forensi “Incontro con i Parlamentari: l’Avvocatura illustra la propria
proposta” che si è tenuto a Roma nella sede del Consiglio dell’Ordine della
capitale.
Erano presenti anche numerosi presidenti degli ordini
forensi distrettuali.
All’incontro si è registrata una condivisione delle
rappresentanze istituzionali dell’Avvocatura sulla necessità di provvedere con
un disegno di legge organico all’approvazione della negoziazione assistita e
delle camere arbitrali dell’Avvocatura.
Proposte che hanno registrato il pieno sostegno dei
parlamentari presenti, in rappresentanza di tutte le forze politiche, che hanno
più volte richiamato l’intervento di Mascherin.
Commentando a caldo le novità al decreto “del fare”
introdotte stanotte alla Camera (vedi prossima news per il dettaglio),
Mascherin ha riconosciuto al Parlamento “l’aver fatto un buon lavoro per attenuare
o superare la distorsioni del dl. Anche se non siamo ancora al risultato
ottimale e c’è ancora lavoro da fare. L’aver posto un limite temporale alle
obbligatorietà della mediazione significa aver riconosciuto che questo aspetto
non appartiene all’istituto”, ha detto Mascherin. “Bene anche aver previsto la
gratuità del primo incontro che non si concluda con l’accordo e la necessaria
assistenza tecnica. Finalmente è stato anche riconosciuto un ruolo sussidiario
all’Avvocatura, competente anch’essa a seguire le domande di divisione
congiunta; ed è stata soppressa la norma sul foro delle società estere”.
Tutte richieste avanzate dal CNF nel corso
dell’audizione alla Camera come subordinate necessarie allo stralcio.
“Giustizia, salute e istruzione sono pilastri della
vita democratica sui quali non si può risparmiare. Nessun cittadino deve
restare indietro”, ha riferito Mascherin. “Diamo atto ai presidenti della
commissione affari costituzionali e giustizia e ai parlamentari di tutte le
forze politiche di aver contribuito a migliorare il testo del decreto, con
competenza e in una dialettica corretta e propositiva”.
Nel corso dell'evento sono intervenuti i presidenti
dell’Ordine di Roma, Mauro Vaglio (ospite dell’evento), di Napoli, Francesco
Caia, dell’Unione Triveneta, Antonio Rosa, di Palermo, Francesco Greco, il
rappresentante della Cassa Nunzio Luciano e il presidente assemblea Oua,
Michele Gallozzi, i quali hanno approfondito i diversi aspetti del decreto del
fare e rappresentato le problematiche che l’Avvocatura sta vivendo in questo
momento di crisi.
Nell’incontro, si è segnalato un apprezzamento di
tutti i rappresentanti delle forze politiche, sia di maggioranza che di
opposizione, circa l’impegno dell’Avvocatura e del CNF verso la tutela dei
diritti dei cittadini; e tutti gli interventi hanno convenuto della necessità
di sottrarre la giustizia alla decretazione d’urgenza del Governo per
restituirla al confronto con gli operatori, prima, e poi al dibattito
parlamentare.
Maurizio Gasparri (vicepresidente del Senato-Pdl) ha
esortato l’avvocatura a fare valere le sue buone ragioni, apprezzandone le
proposte. Ignazio Abrignani (vicepresidente della commissione industria della
camera-Pdl) ha ricordato l’impegno del presidente del CNF, Guido Alpa, per sollecitare
riforme organiche.
Matteo Biffoni (Pd) ha ricordato che la proposta di
negoziazione assistita è stata inserita nel parere della commissione giustizia
come valido sistema alternativo alla giurisdizione. “L’Avvocatura conosce la
vita nei tribunali; ha consapevolezza di quali sono la riforme necessarie”, ha
detto.
Il rappresentante del MoVimento 5 Stelle, Maurizio
Buccarella, ha denunciato “il fine dichiarato dei governi: quello di
disincentivare l’accesso alla giustizia aumentandone esponenzialmente i costi.
Tra le altre, gli aumenti nella giustizia amministrativa impediscono al
cittadino di fare valere i suoi diritti nei confronti della P.A.”
Alfredo Bazoli (Pd) ha sottolineato che “la giustizia
che funziona male è un vizio della qualità della democrazia. Bene allora le
proposte dell’Avvocatura”.