martedì 9 luglio 2013

LE RAGIONI DELL’ASTENSIONE

GIUSTIZIA, TRIBUNALI FERMI

 È MASSICCIA L’ADESIONE

DEGLI AVVOCATI IN TUTTA ITALIA:

CIRCA IL 90%, SIA NEL CIVILE, SIA NEL PENALE,

GARANTITI I SERVIZI ESSENZIALI



OUA: UN’ASTENSIONE PER UNA GIUSTIZIA

DEI DIRITTI E DEI CITTADINI,

PER UNA VERA MODERNIZZAZIONE DEL SETTORE,

PER IL DIALOGO, PER IL RISPETTO

DELL’AVVOCATURA E DELLA COSTITUZIONE



NICOLA MARINO, PRESIDENTE OUA:

PARTECIPAZIONE MASSICCIA IN TUTTO IL PAESE.

NO AGLI INTERVENTI CHE LIMITANO

L’ACCESSO ALLA MACCHINA GIUDIZIARIA

COME LA MEDIAZIONE OBBLIGATORIA,

NO ALLE FALSITA’ SULLE INDICAZIONI

DELL’UNIONE EUROPEA.

NO AGLI SPOT PUBBLICITARI.

SÌ A PROPOSTE RISOLUTIVE E ORGANICHE

COME LA NEGOZIAZIONE ASSISTITA,

LE CAMERE ARBITRALI, LA MEDIAZIONE FACOLTATIVA

 E DI QUALITÀ, PER UN PIANO STRAORDINARIO

E ALTERNATIVO PER LO SMALTIMENTO DELL’ARRETRATO.

AL MINISTRO CANCELLIERI LA POSSIBILITÀ

DI FARE UNA FORTE CORREZIONE DI ROTTA.

GLI AVVOCATI SONO UNITI E PRONTI

A PASSARE DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA


L’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), la rappresentanza politica forense, dopo una prima ricognizione su tutto il territorio nazionale, valuta positivamente l’adesione all’astensione dalle udienze.

Per Nicola Marino, presidente Oua, «la partecipazione è massiccia in tutto il Paese, circa il 90%. Da Palermo, passando per Napoli, fino al nord Italia, in centri piccoli e grandi, gli avvocati unitariamente hanno dato un messaggio chiaro al Governo: le riforme sulla giustizia si fanno con il dialogo, con il confronto con gli avvocati, non con i colpi di mano e con i decreti legge. E soprattutto la macchina giudiziaria si cambia per tutelare tutti i cittadini, poveri e ricchi, non per limitarne l’accesso».

«Per questa ragione –continua- ribadiamo il nostro no a interventi come la mediazione obbligatoria, sistema unico in Europa, fallimentare nel nostro Paese, oltreché bocciato dalla Consulta. Ma anche sottolineiamo le molte falsità che si sono dette sulle osservazioni dell’Unione europea su questa materia, gli organismi comunitari indicano un percorso, anche condivisibile, salvaguardando alcuni principi che sono proprio quelli per cui noi oggi protestiamo. Se, ci fosse stato un confronto preventivo, il ministro Cancellieri avrebbe potuto discutere con l’avvocatura delle proposte licenziate dall’ultimo congresso forense, tra queste, la negoziazione assistita, le camere arbitrali, la mediazione facoltativa e di qualità, ma anche sulle nostre proposte straordinarie e alternative per lo smaltimento dell’arretrato».

«Il Ministro Cancellieri –aggiunge il presidente Oua- dopo le polemiche di questi giorni, il già noto fuori onda e le accuse di lobbismo (nel senso spregiativo di corporativismo) e di fronte ad una così forte e unitaria risposta dell’avvocatura, ha la possibilità di fare una forte correzione di rotta, innanzitutto recuperando la dimensione del reciproco rispetto e confronto e, poi, prendendo davvero in considerazione le analisi e le iniziative degli avvocati, i quali sono pronti a passare dalla “protesta alla proposta”.

«Questa –conclude Marino- è un’astensione per una giustizia dei diritti e dei cittadini, per una vera modernizzazione del settore, per il dialogo, per il rispetto dell’avvocatura e della Costituzione. Non si perda un’altra occasione, cominciamo, intanto, con sciogliere il nodo dei provvedimenti contenuti nel cosiddetto Decreto del Fare, innanzitutto stralciando le norme relative alla giustizia».


Comunicato stampa OUA 8.7.2013