Con la sentenza n. 39499/2012, la Cassazione conferma la multa di 3.420 ai danni di un papà che, stanco delle ripetute prepotenze che il figlio undicenne subiva da un ragazzino di due anni più grande, si è fatto giustizia da sé portando il bullo, a suon di minacce, a chiedere scusa in ginocchio alla 'vittima' e dandogli pure due schiaffi.
Il caso. Un bullo era solito compiere «ripetute e umilianti vessazioni» ai danni di un altro ragazzo di 2 anni più piccolo. Il padre di quest’ultimo, stanco delle prepotenze poste in essere, aveva portato il ragazzino nella stanza dove si era rifugiato suo figlio, lo aveva fatto inginocchiare e poi, a scuse ottenute, prima di lasciarlo andare, lo aveva ammonito con due schiaffi. Scatta così la condanna, confermata in appello, per il padre “giustiziere” a 3 mesi di carcere convertiti in 3.420 euro di multa. L’uomo però non ci sta e propone ricorso per cassazione, ma senza successo.
Il giudizio di legittimità. Infatti, il verdetto è stato convalidato anche dalla Cassazione che ritiene la pena "calibrata e commisurata alla gravità del danno cagionato al minorenne": la sua "persona è stata sicuramente sconvolta e alterata, sul piano psichico, dalla condotta reiteratamente violenta, sotto tutti i profili, dell'imputato, proiettata verso un obiettivo di punizione e rieducazione, assolutamente al di fuori della sua competenza ed estranea alle regole di civiltà che sempre e comunque devono vincolare le azioni e le reazioni dei cittadini". Secondo la Suprema Corte , "per rimediare alla incresciosa situazione", il padre aveva una sola strada - "una singola e civile prospettiva decisionale e operativa" - quella di "rivolgersi, in maniera tempestiva ed efficace, ai gestori del centro sportivo per l'adozione delle necessarie misure preventive e punitive". Per gli Ermellini, la scelta di "agire con molteplice violenza sul giovane e immaturo tredicenne non è stata assolutamente necessitata".
(Da avvocati.it del 29.10.2012)