L’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha convocato, il 15 luglio a Roma, gli Stati generali dell’Avvocatura per definire le iniziative di protesta degli avvocati italiani contro i tentativi del governo di rottamare la giustizia e scardinare il sistema delle professioni. Si prevedono almeno 10 giornate di astensione dalle udienze e non è esclusa la celebrazione, a novembre, di un Congresso straordinario per fronteggiare la situazione. L’OUA chiede anche la mobilitazione unitaria delle rappresentanze di tutte le professioni italiane con manifestazioni pubbliche.
“Non ricordiamo un attacco così forte all’Avvocatura, alle Casse professionali, alle professioni, come quello posto in essere con il decreto legge ‘sulla manovra economica’, benché nella prima stesura fossero previste norme ancor più aggressive e demolitorie – ha dichiarato Maurizio de Tilla, presidente dell’Oua.
Secondo de Tilla “un referente del Ministero dell’Economia ha dichiarato che la Comunità Europea non verrà incontro alle esigenze di deficit del nostro Paese se non faremo ciò che ha fatto la Grecia con le liberalizzazioni delle professioni. La strada proposta prevede – ha spiegato de Tilla – l’equiparazione dei professionisti alle imprese, l’abolizione degli ordini, degli esami di stato, dei divieti di pubblicità e di ingresso di soci di capitale nelle società professionali, oltre all’abrogazione di norme deontologiche di alto profilo (dignità, decoro, trasparenza). Ci sembra di vivere in un contesto allucinante o voluto come tale per scardinare il sistema delle professioni”.
“Le lenzuolate bersaniane – ha aggiunto il presidente dell’Oua - non sono niente rispetto a quanto si prevede nel testo di riforma delle professioni, inserito in un primo momento nella manovra economica e successivamente tolto per affidarlo ad un Alto Comitato (previsto nel decreto legge) che dovrà adottare soluzioni idonee per la liberalizzazione delle professioni. Salta così la riforma dell’ordinamento forense e si capiscono meglio i colpi che il Ministero della Giustizia ha assestato all’Avvocatura con la normativa della mediaconciliazione obbligatoria, rimessa opportunamente dal TAR del Lazio all’esame della Corte Costituzionale. Si capiscono anche i disegni annunciati di rottamazione della giustizia civile (con l’aumento dei costi per i cittadini) e di espulsione di avvocati e commercialisti dalle Commissioni Tributarie.
“Resterebbero così solo le Casse professionali, che valgono ben poco se si distruggono le professioni. E valgono ben poco sin da ora con la norma inserita nella manovra economica che prevede un serrato controllo affidato alla Covip delle gestioni e degli investimenti delle Casse. È qui evidente – ha concluso de Tilla - il disegno chiaramente predatorio dei patrimoni privati accumulati per salvaguardare le pensioni dei professionisti. Ultimo tassello di un’azione concertata che mostra, se non altro, la profonda slealtà della politica nei confronti dei professionisti italiani”.
(Da oua.it dell’11.7.2011)