L’A.I.A.C. – Associazione Italiana Avvocati Civilisti, rappresentata dal Segretario, Avv. Pasquale Barbieri, e dal Coordinatore del Comitato Scientifico, Avv. Manola Faggiotto, ha partecipato all’audizione tenutasi presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione. L’A.I.A.C., dopo aver ribadito che lo stato della giustizia civile in Italia ha raggiunto livelli di inefficienza assolutamente intollerabili e che una delle cause strutturali della crisi va senza dubbio individuata nella anomala pluralità di riti esistenti (quasi 30), ha manifestato pieno sostegno per l'opera di riduzione dei procedimenti civili in vista di una migliore funzionalità ed efficienza del processo.
Ha, tuttavia, rilevato alcune significative criticità , quali:
* dalla programmata riduzione sono esclusi numerosi riti (quelli devoluti ad organi giurisdizionali speciali, i procedimenti previsti e disciplinati nel codice civile e nel codice di procedura civile, nonchè i procedimenti previsti e disciplinati dalle leggi speciali in materia di procedure concorsuali , di famiglia , di minori, nonché di titoli di credito ed ancora, i procedimenti previsti nella legge n.300 del 1970 , i procedimenti contemplati nel codice della proprietà industriale e i procedimenti disciplinati nel codice del consumo) ;
* nel ricondurre i singoli riti differenziati ad uno di quelli contemplati dal codice di procedura civile, sono state mantenute alcune regole processuali di carattere speciale ( in particolare quelle relative ai diversi termini per la proposizione del ricorso nonché per la notifica , alle differenti modalità di costituzione delle parti, alla differenziata disciplina della sospensione del provvedimento impugnato ) determinando la formulazione di nuovi “schemi “ procedimentali (una sorta di sottoriti), peraltro non uniformi , in cui le conservate peculiari disposizioni di mero rito finiscono con il creare specialità nelle specialità, rendendo in tal modo la tutela giurisdizionale più complicata anche ai fini della individuazione delle regole applicabili, sovrapponendo, anche per la mancanza di un’adeguata disciplina transitoria, nuovi riti a quelli preesistenti;
* la previsione della non appellabilità della decisione dei procedimenti ricondotti al rito sommario di cognizione . Oltre all’evidente eccesso di delega si sottolinea la inaccettabile compromissione delle garanzie difensive restando la tutela del diritto affidata ad un unico grado di merito, peraltro a cognizione sommaria.
L’A.I.A.C. ha, quindi, auspicato che si provveda al più presto ad una effettiva e completa opera di riduzione e semplificazione di tutti i procedimenti civili, attraverso la loro riconduzione ad un modello processuale che possa coniugare l’esigenza della celerità con la salvaguardia del cararattere sostanziale delle garanzie processuali. Solo così sarà possibile ottenere quella decisione “conforme al diritto” in ossequio al principio del “giusto processo“.
(Da Mondoprofessionisti del 20.7.2011)