Una “due giorni” di mobilitazione con convegni cui interverranno giuristi e politici per sostenere il percorso della riforma della giustizia: la organizza a Roma per il 6 e il 7 maggio l'Unione delle camere penali italiane e il Guardasigilli Angelino Alfano ha assicurato la sua partecipazione al dibattito di sabato che sarà concluso dal presidente dell'Ucpi, Valerio Spigarelli.
«Sulla riforma costituzionale della giustizia, pur consapevoli del clima in cui da tempo il Paese vive su tali questioni, vogliamo contribuire ad un confronto serio e approfondito, costruendo occasioni di dibattito vero». È l'auspicio dei penalisti italiani espresso in concomitanza con l'avvio dell'esame del testo governativo da parte delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera: «La riforma costituzionale della giustizia - si legge in una nota - pone finalmente sul tavolo della riflessione politica temi fondamentali quali la separazione delle carriere, il doppio Csm, l'effettiva obbligatorietà dell'azione penale, e anche la responsabilità civile dei magistrati».
Gli avvocati dell'Ucpi però «non vogliono assistere impotenti all'ennesimo scontro sterile sui temi giudiziari, in cui gli interessi dei cittadini vengono ritualmente immolati sull'altare della cattiva politica oppure mortificati di fronte alle reazioni corporative della magistratura». E per questo motivo hanno organizzato la manifestazione-convegno prevista nella città giudiziaria di piazzale Clodio che inizierà venerdì 6 maggio, in concomitanza con una giornata di astensione nazionale dalle udienze, per concludersi il giorno dopo.
«Vorremmo che fosse chiaro che questo - spiega l'Ucpi - non deve essere l'ennesimo capitolo dello scontro politico in atto ma una occasione per rinnovare profondamente il volto della giustizia, cosa che la avvocatura penale auspica da decenni, e siamo pronti a difendere l'affermazione della vera libertà del giudice, che solo la sua terzietà rispetto alle parti può assicurare, con la stessa forza e con lo stesso spirito con il quale, negli anni Novanta, abbiamo difeso il giusto processo».
(Da telediritto.it del 4.5.2011)