Il presidente del Cnf, Guido Alpa è intervenuto alla riunione dei componenti laici dei Consigli giudiziari indetta dal Consiglio nazionale forense: “La ripresa del dialogo con il Ministro della Giustizia costituisce il primo segmento di un percorso istituzionale appena iniziato. Tutte le istanze dell’avvocatura saranno riproposte ed esaminate. Nell’ amministrazione della giustizia il ruolo dell’ Avvocatura è ineliminabile, in ogni grado del procedimento, ma anche nelle fasi anticipatorie e nei procedimenti che hanno finalità conciliativa; i diritti fondamentali dei cittadini – diritti della persona, diritti patrimoniali – costituiscono la base di un consorzio civile. E il dialogo tra le istituzioni è necessario per potersi avvalere degli strumenti normativi e tecnici per migliorare l’assetto della giustizia”. Così il presidente del Cnf Guido Alpa è tornato a commentare la riunione tra i rappresentanti del Cnf, dei Consigli dell’Ordine e delle Unioni regionali con il Ministro Angelino Alfano, tenutasi lo scorso 11 maggio. Occasione è stata la riunione degli avvocati componenti dei Consigli giudiziari indetta dal gruppo di lavoro del Cnf per fare il punto dello stato dell’arte. “Nei Consigli giudiziari il ruolo che può svolgere l’avvocatura è determinante”, ha spiegato il presidente del Cnf, “come lo è in generale per l’amministrazione della giustizia. Riannodare le fila del confronto con il Ministro è una responsabilità istituzionale. Il fatto che all’esito della riunione si sia vista riconosciuta l’urgenza di rivedere la normativa sulla mediazione introducendo l’assistenza obbligatoria dei legali è un primo risultato che corrisponde a una delle richieste contenute nella mozione del Congresso forense di Genova, funzionale al prezioso obiettivo di garantire la tutela dei diritti dei cittadini in ogni procedura. Al Ministro sono stati sottoposti tutti i punti della mozione, compresa la soppressione dell’obbligatorietà della mediazione; dobbiamo fare fronte alle incertezze della fase attuale e la via più facilmente praticabile potrebbe essere quella di ridurre l’ambito della obbligatorietà in ragione del valore della controversia. Il percorso iniziato deve affrontare un problema alla volta, tenendo conto dei documenti congressuali ”. Si è poi fatto cenno a proposte che debbono essere articolate : “l’avvocatura è impegnata, con senso di responsabilità, a collaborare alla soluzione dei problemi della giustizia: verificheremo la praticabilità di tutti i rimedi, e terremo conto dei modelli già sperimentati in altre esperienze, nelle quali gli avvocati sono coinvolti nella amministrazione della giustizia in modo più rilevante di quanto non accada in Italia”. L’effettiva partecipazione dei legali al funzionamento della giustizia passa anche dalla loro partecipazione nei Consigli giudiziari, ancora tra luci e ombre visto che ogni Consiglio giudiziario coinvolge con intensità differente il ruolo degli avvocati. Ettore Tacchini, coordinatore del gruppo di lavoro del Cnf sul punto, ha spiegato che i prossimi obiettivi consisteranno nel richiedere il parere dei Consigli dell’Ordine sulle tabelle degli uffici dei giudici di pace e di predisporre una griglia di indici per i pareri degli stessi Consigli sull’attività dei magistrati, al fine della loro valutazione di professionalità. Sulla questione specifica, nella riunione è emerso che nel 2009 rispetto al 2008 la percentuale di pareri negativi del Csm è cresciuta del 3,6%, segno forse che le osservazioni dei Consigli dell’Ordine contribuiscono a valutazioni più obiettive. Durante la riunione si è sottolineata inoltre l’opportunità che il Cnf organizzi dei corsi di formazione per gli avvocati componenti dei Consigli giudiziari e che i Coa siano sensibilizzati sulle prossime nomine, che dovrebbero riguardare avvocati con esperienza di ordinamento forense. Quanto ai componenti, l’invito è quello di partecipare attivamente e costantemente ai lavori dei Consigli, che sono stati richiesti di organizzare sedute itineranti nell’ambito delle singole Corti di appello al fine della valutazione delle realtà amministrative locali nell’ottica del potere di vigilanza sul funzionamento degli uffici. Il gruppo di lavoro sta anche diffondendo un questionario per misurare l’apporto degli avvocati nei singoli Consigli giudiziari, chiedendo se è ammessa la loro presenza (con voto o meno) nei casi in cui si deliberi di incarichi extragiudiziari, incompatibilità parentali, residenza fuori dal circondario, valutazioni sulle progressioni in carriere, Got e Vpo, nelle commissioni flussi o vigilanza; se gli avvocati sono nominati relatori di argomenti all’ordine del giorno e se sono puntualmente inviati odg e verbali.
(Da Mondoprofessionisti del 13.5.2011)