Il “nuovo” redditometro ha visto la luce: nella Gazzetta ufficiale dello scorso 4 gennaio 2013, infatti, è stato pubblicato il decreto 24 dicembre 2012, relativo alla modalità di determinazione sintetica del reddito complessivo delle persone fisiche. In linea generale, il nuovo strumento consente di ricostruire il reddito delle persone fisiche prendendo come riferimento le spese sostenute del corso dell’anno, e tale dato lo si ricava sia dalle informazioni presenti nelle banche dati dell’Anagrafe tributaria sia dalle spese medie che risultano dalle indagini ISTAT. Oltre alle spese, viene dato rilievo agli incrementi patrimoniali, al netto, però, dei mutui/finanziamenti e dei disinvestimenti effettuati nell’anno di effettuazione della spesa e nei quattro precedenti. Rimane ovviamente ferma la facoltà di prova contraria: il contribuente, oltre al possesso di redditi legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile, può altresì dimostrare il diverso ammontare della spesa attribuita tramite il “redditometro”. In riferimento al funzionamento dello strumento, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha recentemente annunciato che in vista delle specificità del redditometro, l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate è orientata verso i fenomeni di evasione spudorata: non verranno ad esempio prese in rilievo posizioni che presentano scostamenti fino a 1.000 euro al mese, ovvero 12.000 complessivi all’anno.
Dott. Francesco Barbagallo