OUA: IL MINISTERO PROSEGUE A TAPPE FORZATE LA CHIUSURA DI QUASI 700 SEDI DEI GIUDICI DI PACE. SESSANTA GIORNI DAL 28 FEBBRAIO IL TERMINE ULTIMO PER I COMUNI PER POTER SALVARE L’UNICO UFFICIO GIUDIZIARIO SUL TERRITORIO
NICOLA MARINO: “SBAGLIARE È UMANO, MA PERSEVERARE IN UN PROGETTO IRRAZIONALE, INADEGUATO E INCOSTITUZIONALE È UN ASSURDO. SI FISSANO ‘BUROCRATICAMENTE’ I TERMINI PER I COMUNI AFFINCHÈ SI FACCIANO CARICO DI TUTTE LE SPESE PER EVITARE LA CHIUSURA DELLA SEDE DEL GIUDICE DI PACE, TUTTO CIO' IN PIENA POLITICA DI TAGLI AGLI ENTI LOCALI. NON SI PREVEDE ALCUNA ALTERNATIVA PER I CITTADINI. DOPO LA FAMIGERATA REVISIONE DEGLI ORGANICI DEI GIUDICI, CON COROLLARIO DI PROTESTE ANCHE IN ZONE AD ALTA DENSITÀ DI LOTTA ALLA CRIMINALITÀ COME LA SICILIA (81 MAGISTRATI IN MENO, CRITICHE DELLA STESSA ANM). ECCO UN ALTRO PASSO FALSO. ANDIAMO INCONTRO AL CAOS”
L'Organismo Unitario dell'Avvocatura si rivolge alle forze politiche e ai candidati al Parlamento chiedendo di contrastare gli interventi di attuazione relativi alla revisione della geografia giudiziaria. L’Oua dopo aver fortemente criticato la recente proposta di revisione della pianta organica dei giudici, contesta anche l’ultima nota redatta dal Ministro della Giustizia (sul proprio sito) in cui si preannuncia la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale del 28 febbraio prossimo dell'elenco dei Giudici di Pace soppressi. Da questa data (e in virtù delle norme di cui al decreto legislativo156 del 2012), sottolinea l’Oua, scatteranno i 60 giorni in cui i Comuni interessati dovranno fare espressa richiesta per il mantenimento dell'Ufficio, assumendone in proprio tutti i costi, con esclusione dei soli stipendi per i Giudici. Nello stesso comunicato il Ministero ha, pure, precisato che non saranno ritenute valide le istanze già presentate fino ad oggi da molte amministrazioni e che queste ultime dovranno rinnovare la richiesta sempre nei 60 giorni indicati.
Per Nicola Marino, presidente Oua: «Questo provvedimento è sbagliato non solo perchè "azzera" la giustizia di prossimità, ma anche per ragioni di opportunità: infatti in diverse sedi giudiziali sono state sollevate questioni di legittimità costituzionale, mentre in altre sono ci sono già stati dei rinvii alla Consulta (Pinerolo, Alba, Montepulciano). Non ha senso, quindi, avviare un processo di questo tipo: è una fuga in avanti pericolosa e costosa basata su una normativa dai chiari profili di incostituzionalità. Si prosegue così a tappe forzate nel solco di quanto fatto già con la revisione della pianta organica dei giudici: un'altra decisione evidentemente inadeguata come dimostrano le proteste in zone ad alta densità di lotta alla criminalità come la Sicilia , dove sono stati tagliati 81 magistrati (con le dure critiche dell’Anm e del presidente della Regione Crocetta)».
La proposta dell’Oua è chiara e la esplicita Marcello Luparella, coordinatore della Commissione Geografia Giudiziaria: «Serve un’immediata sospensione del provvedimento: sarebbe oltremodo opportuno attendere la decisione della Corte Costituzionale prima di avviare il procedimento di revisione dei Giudici di Pace, che è il più devastante e radicale di tutti: interessa in Italia ben 675 Uffici e coinvolge altrettante amministrazioni comunali».
Comunicato stampa OUA dell’8.2.2013