giovedì 26 gennaio 2012

Lasciato prima delle nozze, niente risarcimento danni morali

Chi rompe la promessa di matrimonio senza alcun giustificato motivo deve risarcire al partner abbondanato solo le spese sostenute in vista della cerimonia e non anche i danni morali subiti per l'improvvisa e inaspettata rottura. E' quanto affermato dalla Corte di Cassazione, con la ordinanza n. 9/2012.
Il caso. Un promesso sposo, 2 giorni prima del 'si'', aveva mandato all'aria il matrimonio senza alcun motivo valido. L'ex fidanzata però non aveva reagito molto bene alla rottura, tanto da decidere di ricorrere dal giudice. Sia in primo che in secondo grado, la ragazza aveva ottenuto la condanna dell'uomo a risarcirle 9.875 euro per le spese sostenute in vista delle imminenti nozze e per le "obbligazione contratte" sempre in vista dell'evento. In appello la donna aveva ottenuto anche 30.000 euro a titolo di risarcimento dei danni morali patiti per la rottura. In Cassazione il promesso sposo ha chiesto di non pagare i danni morali in quanto "il recesso dalla promessa di matrimonio non costituisce illecito dal momento che la legge vuol salvaguardare fino all'ultimo la piena libertà delle parti di decidere se contrarre o non contrarre matrimonio".
Il giudizio di legittimità. La Suprema Corte ha replicato che in realtà "il recesso senza giustificato motivo configura pur sempre il venir meno alla parola data ed all'affidamento creato nell'altra persona, quindi la violazione di regole di correttezza e di autoresponsabilità che non si possono considerare lecite o giuridicamente irrilevanti". Tuttavia,  è pur vero che "la legge vuol salvaguardare fino all'ultimo la piena ed assoluta libertà di contrarre o non contrarre le nozze". Pertanto anche il "recesso senza giustificato motivo non va incontro alla piena responsabilità risarcitoria" poiché "un tale regime potrebbe tradursi in una forma di indiretta pressione di chi ha promesso di sposare qualcun altro, nel senso dell'accettazione di un legame non voluto". Così statuendo, Piazza Cavour ha cassato il riconoscimento dei 30.000 euro per i danni morali in favore della donna, confermando, però, la liquidazione dei 9.875 euro di spese vive "dal momento che sarebbe ingiusto che il danno subito da chi incolpevolmente viene lasciato a ridosso della data fissata per le nozze rimanga del tutto irrisarcito".

(Da avvocati.it del 25.1.2012)