I TRIBUNALI SI FERMANO DUE GIORNI
IL 23 e 24 FEBBRAIO
IL 23 e 24 FEBBRAIO
CON OCCUPAZIONE DEGLI UFFICI GIUDIZIARI
IN OLTRE 100 CITTÀ
14 INIZIATIVE APPROVATE DALL’AVVOCATURA
UNITARIAMENTE PER CONTRASTARE
LIBERALIZZAZIONI SELVAGGE
E ROTTAMAZIONE DELLA GIUSTIZIA.
INIZIATIVE
1) Astensione dalle udienze 23 e 24 febbraio 2012.
2) Occupazione “simbolica” degli uffici giudiziari con manifestazioni territoriali e conferenze stampa in cento uffici giudiziari negli stessi giorni.
3) Plurime manifestazioni davanti a Palazzo Chigi, Camera dei Deputati e Senato.
4) Incontri locali e nazionali con le Forze Politiche ed i Parlamentari negli stessi giorni delle manifestazioni.
5) Forte presenza sui media (giornali e televisioni) per illustrare le motivazioni alla base della protesta.
6) Invito ai giudici onorari di aderire ad tutte le manifestazioni indette dall’Avvocatura.
7) Stampa di manifesti e volantini da affiggere e distribuire fuori e dentro i Tribunali.
8) Invio di fax e telegrammi di protesta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, al Ministro della Giustizia e al Ministro dello Sviluppo Economico.
9) Incontri con i cittadini e con le istituzioni territoriali in sedi pubbliche e private.
10) Costituzione di task force di avvocati in ogni ufficio giudiziario per sostenere e illustrare le iniziative dell’Avvocatura.
11) Convocazione urgente del Congresso Straordinario da tenersi in marzo, come da richiesta già deliberata dall’OUA.
12) Incontri e manifestazioni territoriali e nazionali con le altre professioni, aderendo sin da ora alle manifestazione di Milano (21 gennaio) e di Napoli (23 gennaio);
13) Manifestazioni in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario;
14) Manifestazioni a Strasburgo e Bruxelles in occasione dell’approvazione della direttiva sulle professioni.
MAURIZIO DE TILLA, OUA: ”La giustizia è un bene pubblico che contrasta con le liberalizzazioni selvagge della professione forense che puntano alla rottamazione del processo civile. Le manovre economiche e gli interventi legislativi hanno disintegrato il diritto di difesa dei cittadini. Con le 14 iniziative approvate dall’assemblea unita (compreso lo sciopero). Gli avvocati intendono opporsi alle scriteriate liberalizzazioni che ledono il lavoro autonomo non perseguendo i reali responsabili della crisi economica e di un debito pubblico insostenibile. Con lo sciopero chiediamo il ripristino delle tariffe, che garantiscono la qualità della prestazione professionale, l’esclusione dei soci di capitale dagli studi professionali, un provvedimento che costituisce un problema per le possibili infiltrazioni mafiose e la corruzione, e una legge professionale moderna che tuteli principalmente i giovani avvocati. Per ridurre i tempi dei processi: tribunali tecnologici, processo telematico, prassi virtuose, manager e riorganizzazione degli uffici, eliminazione dell’obbligatorietà della media-conciliazione, autogestione delle risorse, legge delega per la riforma dei giudici laici evitando inutili soppressioni, revisione del provvedimento sulla geografia giudiziaria”
L’assemblea dell’Avvocatura unita, riunitasi a Roma (presso la Cassa Forense), presenti le rappresentanze del CNF, della Cassa Forense, delle ordini e delle associazioni forensi di tutta Italia, ha approvato una delibera (di seguito) in cui si respingono i provvedimenti sulle liberalizzazioni e sulla giustizia varati dall’attuale Esecutivo, ma anche gli altri interventi già licenziati dal precedente Governo. Decise due giornate di astensione dalle udienze per il 23 e 24 febbraio e per la intera settimana coincidente con il Congresso Straordinario Forense indicata dall’Oua per gli inizi di marzo, oltre l’occupazione “simbolica” degli uffici giudiziari con manifestazioni territoriali e conferenze stampa in CENTO uffici giudiziari e proteste nelle manifestazioni di inaugurazione dell’anno giudiziario. Con forza gli avvocati chiedono incontri con i Parlamentari, i Cittadini e le Istituzioni. Da definire anche manifestazioni davanti a Palazzo Chigi, Camera dei Deputati e Senato. Già confermato, invece, l’appuntamento del 23 gennaio a Napoli, insieme a tutte le libere professioni.
Maurizio de Tilla, presidente Oua, è duro: «Scendiamo in piazza perché questo è il quinto provvedimento contro le professioni – spiega – ed è da ingenui non immaginare che non arrivino altri decreti a breve. L’obiettivo di chi ispira questi interventi, sia nel precedente Governo che nell’attuale Esecutivo, è depotenziare il ruolo degli Ordini, svuotarli di contenuti. Nelle due giornate di sciopero, occupando e aprendo un dibattito in 100 uffici giudiziari, chiederemo che si ripristino le tariffe, è necessaria una tabella nazionale di riferimento dei compensi professionali, per evitare sperequazioni tra diversi organi decidenti e possibili evidenti speculazioni a scapito dei cittadini. Solo così si eviterà il caos e la giungla interpretativa. È importante che siano esclusi i soci di capitale negli studi legali, per evitare conflitti di interessi con grossi gruppi imprenditoriali e, soprattutto, per scongiurare le possibili infiltrazioni mafiose, ed è, comunque, necessario che nel regolamento si escluda la possibilità che si inseriscano società o soci fiduciari, prevedendo forti sanzioni per chi cerca di eludere il divieto. Solo così si riesce a dare effettività ai necessari requisiti di anticorruzione e antimafia, che non si possono eludere in nome della libera concorrenza. Inoltre respingiamo che il Governo preveda che il tirocinio si svolga negli ultimi anni del corso di laurea, eliminando i necessari requisiti di serietà ed effettività. Infine, a monte di tutti questi interventi, rifiutiamo la logica che li ispira: le libere professioni non sono le imprese. Gli avvocati tutelano un bene pubblico: la Giustizia, e hanno bisogno semmai di un rafforzamento del ruolo costituzionale che ricoprono. Ed è per questo necessario che si approvi al più presto una moderna legge professionale, che attendiamo invano da molti anni, e che preveda, tra le altre cose, una maggiore tutela dei giovani avvocati, commisurando, tra le altre cose, il compenso alla qualità e quantità del lavoro svolto».
Sul banco degli imputati, però, anche gli interventi “in materia di giustizia, peraltro già in vigore che, lungi dal ridurre il contenzioso giudiziario e la durata dei processi, di fatto prevedono una serie di oneri e di attività burocratiche meramente formali, di fatto punitive ed afflittive dei diritti dei cittadini”. Il presidente dell’Oua sottolinea: «Per ridurre i tempi dei processi e aumentare l’efficienza, riducendo gli sprechi, ecco alcune proposte, di cui molte condivise anche dagli altri operatori della giustizia: istituzione dei tribunali tecnologici, varo di una legge delega per la riforma dei giudici laici, evitando le previste e inutili soppressioni delle stragrande maggioranza degli uffici dei giudici di pace, revisione razionale e dialogata della delega sulla geografia giudiziaria. E poi implementazione del processo telematico e delle prassi virtuose, previsione dei manager e una seria riorganizzazione degli uffici e autogestione delle risorse: il contributo unificato deve sostenere la macchina giudiziaria e le risorse inerenti devono essere sottratte al ministero dell’Economia. Si devono, quindi, eliminare tutte le misure previste nell’ultimo decreto sul processo civile secondo cui per decongestionare la giustizia e renderla più veloce è necessario porre ostacoli all'accesso alla stessa da parte dei cittadini, tramite un indiscriminato ed irrazionale aumento dei costi, la previsione della presentazione delle istanze in Corte di Appello e in Cassazione solo dalla parte, l'eliminazione della difesa tecnica e lo svilimento della figura del difensore. Non solo: si deve abrogare l’obbligatorietà della media conciliazione, soprattutto alla luce della rimessione della questione alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea e al sostanziale fallimento dell'istituto, così come attualmente disciplinato, sospendendo l’imminente allargamento alle materie di condominio e della responsabilità civile automobilistica, valutando piuttosto l'introduzione di una pluralità di ulteriori figure di risoluzione alternativa delle controversie (ADR)».
L’Avvocatura nel documento, infine, unitariamente “rifiuta nel metodo e nel merito l’atteggiamento del Governo” ma ribadisce, comunque, la disponibilità al dialogo, e si dichiara pronta a “discutere con immediatezza le iniziative utili e necessarie al miglioramento del sistema Giustizia, al fine di valorizzare la funzione difensiva nell’ambito del processo….e la volontà di elaborare, in armonia con il potere legislativo ed esecutivo, un disegno organico e razionale di riforma dell’ordinamento forense, in linea con le attuali esigenze dei cittadini e delle imprese anche a livello europeo”.
Roma, 20 gennaio 2012
TESTO ORDINE DEL GIORNO approvato oggi all’UNANIMITA’ dall’Assemblea
L’Assemblea dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, riunitasi in Roma nella seduta del 20/01/2012, con la presenza e la partecipazione del Presidente del C.N.F. avv. prof. Guido Alpa, del Presidente della Cassa di Previdenza, avv. Alberto Bagnoli, del Vice Presidente avv. Nunzio Luciano, dei rappresentanti dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati e delle Unioni Regionali, nonché delle Associazioni Forensi
Considerato che
- Che le legittime aspettative dell’Avvocatura, che da decenni ormai invoca la Riforma dell’ordinamento forense, già deluse dal precedente Governo e stanno per essere accantonate dall’attuale Governo tecnico che, senza alcuna consultazione o confronto con gli organismi di rappresentanza istituzionale e politica, ha ritenuto di andare avanti con provvedimenti di liberalizzazione selvaggia nel deliberato intento di ridurre la funzione costituzionale dell’avvocato ad una mera attività mercantile, mortificando e comprimendo in tal modo lo stesso diritto del cittadino alla difesa, consacrato dalla Carta Costituzionale all’art. 24.
- Che l’attuale Governo tecnico ha dato una forte accelerazione al programma di liberalizzazione delle professioni in generale e dell’Avvocatura in particolare, incrementando provvedimenti urgenti in materia di giustizia che, lungi dal ridurre il contenzioso giudiziario e la durata dei processi, di fatto prevedono una serie di oneri e di attività burocratiche meramente formali a carico degli Avvocati, di fatto punitive ed afflittive dei diritti dei cittadini.
- Che l’Avvocatura unita rifiuta nel metodo e nel merito l’atteggiamento del Governo, dichiarando ancora una volta la propria disponibilità a valutare e discutere con immediatezza le iniziative utili e necessarie al miglioramento del sistema Giustizia, al fine di valorizzare la funzione difensiva nell’ambito del processo. A tal proposito conferma inoltre, la volontà di cooperare con il potere legislativo ed esecutivo per definire un disegno organico e razionale di riforma dell’ordinamento forense, in linea con le attuali esigenze dei cittadini e delle imprese anche a livello europeo.
- Che il confronto non potrà che essere aperto e sollecito e va evidenziato che il problema non è soltanto italiano ma europeo, come si evince dalle recenti dichiarazioni del Council of Bars and Law Societies of Europe, organizzazione di rappresentanza degli Avvocati di 31 Stati Europei, che ha denunziato un clima di “erosione nell’amministrazione della Giustizia” in tutta l’Europa e registra “inquietanti tendenze che minacciano la salvaguardia dei diritti dei cittadini”. Anche gli altri colleghi Avvocati europei, quindi, propongono disponibilità al dialogo, non opponendosi sterilmente alle necessarie riforme indicate dall’U.E.
Preso atto
delle plurime manovre susseguitesi negli ultimi mesi relativamente alla liberalizzazione delle professioni, alla geografia giudiziaria e, in generale, alla giustizia civile e penale;
Tutto ciò considerato
sottopone al Presidente del Consiglio, prof. Mario Monti, al Ministro della Giustizia, prof. avv. Paola Severino, le seguenti
proposte:
1) Nel quadro delle liberalizzazioni in atto e/o in via di definizione da parte del Governo:
- Occorre regolare in modo puntuale la nuova figura della società tra professionisti, tenendo conto delle peculiarità di ogni singola professione e, con particolare riferimento alla figura dell’avvocato, porre attenzione alla natura dell’attività forense, del dovere di riservatezza insito nella stessa, nonché alla esclusività della difesa tecnica riservata agli avvocati e costituzionalmente garantita, evitando, quindi, ogni introduzione di soci di mero capitale.
- E’ necessario mantenere una tabella nazionale di riferimento dei compensi professionali, per evitare sperequazioni tra diversi organi decidenti e possibili evidenti speculazioni derivanti dalla eliminazione della tariffe.
- Per favorire l’occupazione assicurare benefici fiscali in relazione alla forza lavoro occupata dai professionisti.
2) Il processo deve essere modernizzato tramite la diffusione su tutto il territorio nazionale di un processo telematico che sia effettivamente fruibile da tutti gli operatori di giustizia. Si devono prevedere nuove forme di organizzazione manageriale anche per lo smaltimento degli arretrati. Occorre ridisegnare la Magistratura Onoraria con precise garanzie e chiare incompatibilità, lavorando sulla base del progetto della Magistratura Laica predisposto dall’OUA e dei disegni di legge in discussione al Senato che ipotizzano anche l’approvazione di una legge delega, e ciò al fine di fare emergere le ragioni positive e le capacità professionali del Magistrato Onorario per conseguire l’obiettivo di un migliore e più celere andamento della giustizia. Il tutto in una disciplina omogenea che dovrà tener conto dei punti dettagliatamente indicati nel decalogo OUA e nel Patto per la Giustizia.
3) Si devono eliminare tutte le misure dettate da una fallace ed incivile logica, secondo cui per decongestionare la giustizia e renderla più veloce si pongono ostacoli all'accesso alla stessa da parte dei cittadini, tramite un indiscriminato ed irrazionale aumento dei costi, la limitazione e/o l’impedimento della possibilità di impugnare le decisioni giudiziarie, l'eliminazione della difesa tecnica e lo svilimento della figura del difensore.
4) Si deve elaborare, avendo quale obbiettivo la ridistribuzione territoriale degli attuali uffici a livello distrettuale o regionale, un piano nazionale sulla geografia giudiziaria diretto a mantenere quelle sedi giudiziarie che risultino necessarie, effettuando un’analisi approfondita dell’effettiva domanda di giustizia, dell’utenza, della cittadinanza, dell’incidenza della criminalità organizzata nel tessuto sociale, del PIL a livello locale, con la partecipazione dell'Avvocatura, tenendo come base di lavoro quello già predisposto dall’OUA, dal CNF e dalle altre componenti dell’avvocatura così da creare uffici contermini il più possibile uguali.
5) Va abrogata l’obbligatorietà della media conciliazione, anche alla luce della rimessione della questione alla Corte Costituzionale ed al sostanziale fallimento dell'istituto, così come attualmente disciplinato, sospendendo l’imminente allargamento alle materie di condominio e della responsabilità civile automobilistica, valutando l'introduzione di una pluralità di ulteriori figure di ADR, quali, a titolo esemplificativo: a) negoziato assistito alla presenza degli avvocati con facoltà di attribuire efficacia esecutiva all’accordo raggiunto (vedasi progetto Unione Triveneta dei COA); b) previsione di strumenti di istruzione preventiva da svolgere alla presenza dei soli avvocati con le garanzie del contraddittorio, il tutto con reali e concreti incentivi, non solo fiscali, per i cittadini in caso di accesso agli stessi.
6) Vanno diffuse sull’intero territorio nazionale prassi virtuose utilizzate da importanti sedi giudiziarie (in primis il Tribunale di Torino – metodo Barbuto) per la rapida definizione dell’arretrato civile, previa redazione di protocolli, concordati tra magistratura, avvocatura e rappresentanze del personale di Cancelleria;
7) Va ribadita la necessità che il tirocinio forense vada espletato unicamente presso gli studi legali, unici soggetti in grado di garantire un’effettiva preparazione pratica all’esercizio della professione, non potendosi delegare alle Università funzioni che non sono loro proprie.
Vista
- l’inesistenza di un dialogo costruttivo, voluto dall’avvocatura, ma non recepito dal Governo;
- l’intento di squalificare la funzione costituzionale dell’avvocato con liberalizzazioni selvagge e con la rottamazione della giustizia civile,
l'Assemblea OUA approva le seguenti immediate
INIZIATIVE
1)Occupazione “simbolica” degli uffici giudiziari con manifestazioni territoriali e conferenze stampa in cento uffici giudiziari in due giorni 23 e 24 febbraio 2012.
2) Plurime manifestazioni davanti a Palazzo Chigi, Camera dei Deputati e Senato.
3) Astensione dalle udienze negli stessi giorni.
4) Incontri locali e nazionali con le Forze Politiche ed i Parlamentari negli stessi giorni delle manifestazioni.
5) Acquisto di pagine dei giornali e presenze televisive nelle stesse giornate.
6) Invito ai giudici onorari di aderire ad tutte le manifestazioni indette dall’Avvocatura.
7)Stampa di manifesti e volantini da affiggere e distribuire fuori e dentro i Tribunali.
8)Invio di fax e telegrammi di protesta al Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, ai Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, al Ministro della Giustizia e al Ministro dello Sviluppo Economico.
9) Incontri con i cittadini e con le istituzioni territoriali in sedi pubbliche e private.
10) Costituzione di task force di avvocati in ogni ufficio giudiziario per sostenere e illustrare le iniziative dell’Avvocatura.
11) Convocazione urgente del Congresso Straordinario da tenersi in marzo, come da richiesta già deliberata dall’OUA.
12) Incontri e manifestazioni territoriali e nazionali con le altre professioni, aderendo sin da ora alle manifestazione di Milano (21 gennaio) e di Napoli (23 gennaio);
13) Manifestazioni territoriali in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario;
14) Manifestazioni a Strasburgo e Bruxelles in occasione dell’approvazione della direttiva sulle professioni.
Roma, 20 gennaio 2012
Il Segretario Il Presidente
Avv. Fiorella Ceriotti Avv. Maurizio de TillaComunicato stampa OUA