Non
sussiste la competenza per una decisione
in
merito al ricorso presentato dall'Aiga
al
fine di consentire la partecipazione
anche
per gli avvocati più poveri
Il rinnovo della Cassa forense sarà solo per pochi
eletti e, sulla carta, privilegiati, con il rischio che anche per gli avvocati
si ripeta una faida simile a quella che ha bloccato recentemente l’ordine dei
commercialisti. Secondo un’ordinanza del tribunale di Palermo, infatti, datata
16 agosto scorso, non sussiste la competenza per una decisione in merito al
ricorso presentato dall’Aiga al fine di consentire la partecipazione anche per
gli avvocati più poveri. Secondo le disposizioni, infatti, tutti i professionisti
che abbiano un reddito al di sotto dei 10mila e 300 euro non potranno esprimere
la propria preferenza sulle nuove elezioni dell’ente di previdenza, in
programma per lunedì 9 settembre. Era stata l’Associazione italiana giovani
avvocati a lanciare l’allarme che una miriade di professionisti di fresca
iscrizione non avrebbe potuto partecipare alle votazioni dell’istituto a causa
dei redditi troppo bassi, molti dei quali ancora a inizio carriera. Purtroppo,
però, il tribunale ha dichiarato manifestamente la propria incompetenza
territoriale, lasciando la palla nelle mani dell’Aiga stessa, che ora non ha
altra scelta che presentare un ricorso in extremis al Tribunale della Capitale,
sperando in un rinvio del voto. Tutto ciò, avviene per effetto delle novità
introdotte con la riforma forense approvata lo scorso mese di dicembre, ed
entrata in vigore a febbraio, dopo un lungo batti e ribatti tra aule e
commissioni parlamentari. A formalizzare l’esclusione dal corpo elettorale
della parte meno ricca degli iscritti alla Cassa previdenziale, era stata la
delibera dell’8 febbraio dello stesso ente, che determinava la composizione del
numero dei delegati prossimi al rinnovo in base all’elettorato attivo. In quel
documento, erano stato estromessi dal computo dei votanti i 56mila
professionisti al di sotto dei 10mila e 300 euro di reddito, che figurano
iscritti d’ufficio alla Cassa per effetto della nuova legge sull’avvocatura.
Dunque, il ruolo del tribunale di Palermo, in questa disfida, è stato quello di
non potersi pronunciare in merito al ricorso dell’Aiga, che ha individuato nel
capoluogo siciliano la sede della stesa cassa, secondo un assunto definito dal
giudice “incompleto, oltre che indimostrato”. In tutto ciò, è bene ricordare,
anche la stessa Aiga ha al’orizzonte – per il 24 ottobre – il rinnovo dei
propri vertici, con il presidente in scadenza Greco che non rinnoverà il
mandato.
(Da Mondoprofessionisti del 26.8.2013)