L'Avvocatura
si avvia allo sciopero contro la decadenza
della
delega legislativa sulle società tra avvocati
“Ritorna in piedi il problema dei soci di capitale
che favoriscono intromissioni di multinazionali e criminalità organizzata
all’interno degli studi professionali, con violazione dei principi di
indipendenza e legalità stabiliti nel testo di riforma approvato dal
Parlamento”. Manifesta così la sua preoccupazione in merito alle società tra
avvocati il presidente Anai, Maurizio De Tilla, manifestando seria
preoccupazione per l’ostruzionismo del Ministero della Giustizia che ha
manifestato la chiara ed esplicita opposizione alla riforma forense facendo
decadere la delega legislativa sulle società tra avvocati. “La preoccupazione
aumenta con la constatazione che il Ministero ha già manifestato la propria
contrarierà ai parametri indicati dal Cnf che colmano una serie di lacune del
decreto approvato dal Ministero – ha continuato De Tilla – che ne aveva già riconosciuto
la erroneità con le proposte di rettifica prospettate dalla Severino, dopo gli
incontri con l’Oua e le Associazioni forensi. Se poi si considera che
ritardano, senza alcuna giustificazione, i regolamenti ministeriali in materia
di specializzazione, di disciplina e di assicurazione obbligatoria si ha la
conferma di un complessivo “boicottaggio” della riforma, già claudicante sotto
i profili dell’accesso e della estensione degli iscritti alla Cassa. A ciò si
aggiunge l’ostinazione ministeriale a portare avanti la demolizione di 1.000
uffici giudiziari su 1.400, con ingenti spese (più di 30 milioni di euro
all’anno) e totale distruzione della giustizia di prossimità. Va ricordato che la Cancellieri ha più
volte detto che “l’Avvocatura è una casta”, liquidando il problema con la
famosa frase “vado a togliermi l’avvocatura dai piedi. L’Avvocatura – ha
concluso De Tilla – deve reagire proclamando l’astensione e promuovendo
iniziative clamorose ed incisive di protesta”.
(Da Mondoprofessionisti del 4.9.2013)