Con l’avvicinarsi della data di partenza il prossimo
13 settembre, si alzano i toni della polemica sulla riforma della geografia
giudiziaria. È a partire da quella data, infatti, che il D.Lgs. 7 settembre
2012, n. 155 ha
previsto la chiusura di circa 1000 uffici giudiziari in tutto il Paese;
tuttavia, in virtù dei provvedimenti adottati dal Ministro della Giustizia
alcuni di essi non chiuderanno in maniera definitiva: gli edifici degli uffici
soppressi saranno, infatti, in molti casi ancora usati per l’attività
giurisdizionale, soprattutto ai fini dello smaltimento del contenzioso
pendente.
A poche settimane dal termine del 13 settembre
l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA) si rivolge al Ministro della
Giustizia chiedendo un rinvio generalizzato dell’entrata in vigore del
provvedimento in luogo di interventi esclusivi previsti per singole realtà,
come sta avvenendo con l’emanazione dei diversi decreti correttivi.
Secondo Nicola Marino, Presidente OUA, con 42 decreti
correttivi ad oggi intervenuti ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 155/2012, che
testimoniano quanto approssimativa e improvvisata si stia rivelando la gestione
di quella che doveva essere una «riforma epocale», è ormai necessaria una
proroga generale della riforma della geografia giudiziaria È inoltre opportuna
una revisione complessiva dell’impianto del provvedimento, che si è rivelato
assolutamente inadeguato e ingiusto.
In un documento la Commissione Geografia
giudiziaria OUA ha definito le scelte operate dal Ministero di via Arenula come
«interventi a macchia di leopardo, che senza alcuna giustificazione trattano in
modo diverso situazioni analoghe, accolgono solo alcune istanze ignorandone
altre e che creano incomprensibili distinguo tra le stesse istanze accolte,
disponendo, non si capisce in base a quale criterio, proroghe di durata
variabile tra sei mesi e cinque anni». La stessa Commissione peraltro ritiene
che lo smembramento delle attività (in molti casi i Tribunali accorpati
continueranno a trattare il pregresso, quelli accorpanti le sopravvenienze)
creerà ulteriori disservizi e disagi agli operatori ed agli utenti, senza
considerare che restano ancora irrisolti moltissimi problemi legati agli
accorpamenti.
Occorre allora, per l’OUA, prendere atto
dell’oggettiva e conclamata impossibilità di far partire la riforma nei tempi
prestabiliti, rischiandosi di provocare gravi pregiudizi proprio a quella
efficienza e rapidità della giustizia che la riforma vorrebbe invece garantire,
nonché forti ripercussioni negative per utenti ed operatori.
Nel ribadire ancora una volta la propria
disponibilità a collaborare per una riforma della geografia giudiziaria volta
veramente a recuperare efficienza e funzionalità, l’OUA si rivolge, quindi, al
Governo ed al Parlamento affinché si rendano conto delle conseguenze negative
più volte evidenziate, frutto di una frettolosa e disorganizzata riforma, e
degli evidenti disagi che deriveranno ai cittadini e chiede, pertanto, di
disporre immediatamente la proroga generalizzata di un anno dell’entrata in
vigore della riforma.
Anna Costagliola (da diritto.it del 4.9.2013)