Sono nove le
regioni che chiedono
un referendum
abrogativo
sulla
geografia giudiziaria
Un segnale politico forte, il Governo non può
guardare dall'altro lato. In questo modo l'Organismo Unitario dell'Avvocatura-Oua,
la rappresentanza politica degli avvocati italiani, sottolinea la decisione dei
consigli regionali di Marche, Puglia, Calabria, Abruzzo, Basilicata, Campania,
Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Liguria, di chiedere la convocazione di un
referendum abrogativo della legge di riforma della geografia giudiziaria, come
previsto dall'articolo 75 della Costituzione. Nicola Marino, presidente Oua, si
rivolge al premier Letta e al ministro di Giustizia Cancellieri, «nove regioni,
dal nord al sud, con maggioranze di destra e di sinistra e della Lega, tutte
unite dalla richiesta di un referendum abrogativo di una riforma pensata male e
realizzata peggio. Tutto ciò anche grazie all'iniziativa lanciata a suo tempo
dal Presidente dell'Ordine degli avvocati di Avezzano, Sandro Ranaldi, e alla
risposta dei consiglieri regionali, che hanno così dimostrato una grande
sensibilità e un forte senso di responsabilità». Il presidente dell'Oua,
quindi, contesta che questa possa essere definita una “riforma epocale” e critica
le previsioni sulle ricadute economiche per il Paese: «Ancora qualche giorno fa
Mario Monti sul “Corsera” rivendicava la paternità di questa riforma. All'ex
premier, ma anche ai vari editorialisti entusiasti del provvedimento, chiediamo
di entrare senza pregiudizi nel merito di quello che sta davvero succedendo. In
questi giorni in alcuni tribunali si stanno affittando locali per accogliere
quelle sedi distaccate che prima non avevano alcun costo di locazione. Si è
passati, quindi, in taluni casi, da un costo zero a circa 600 mila euro l'anno.
Dove è il vantaggio economico?» . Marino, quindi, aggiunge: «Dopo aver
assistito al balletto delle cifre sui possibili risparmi, con previsioni sempre
più al ribasso, abbiamo compreso che in realtà tra sedi da affittare o da
ristrutturare e altre nuove di zecca, ma chiuse, il primo impatto del
provvedimento è di una decisiva perdita economica. Tutto ciò senza considerare
l'aumento dei costi degli atti giudiziari, vista la mancata implementazione in
questi anni del processo telematico. In questa lista chiaramente non stiamo
mettendo le ricadute economiche per tutti quei funzionari (e avvocati,
chiaramente) che saranno costretti a proprie spese a doversi sobbarcare i
trasferimenti, nonché le conseguenze sull'indotto e sui servizi dei territori
colpiti dai tagli. La verità - continua il presidente Oua - è che questa
riforma non piace non solo agli avvocati, ai cittadini e ai sindaci colpiti dal
provvedimento, ma anche a quelli che non se sono vittima, perché non si è chiuso
ciò che non funzionava, ma si è fatto solo una operazione di tagli lineari».
Marino infine ricorda che, «molte operazioni di trasloco non sono state
completate e non per le manifestazioni di protesta, ma per disorganizzazione.
Molti uffici sono ancora chiusi, le udienze vengono rinviate d’ufficio, gli
scatoloni sono sui pavimenti con dentro i fascicoli di procedimenti che
riguardano migliaia di cittadini. Si lavora in condizioni precarie e sono a
rischio molti processi per prescrizione, per non parlare di code infinite
dinanzi alla cancellerie e dagli ufficiali giudiziari. È ora di voltare pagina
- conclude - è chiaro il messaggio delle Regioni, che chiedono di ricorrere
addirittura allo strumento del referendum abrogativo. È il momento di mettere
la parola fine alle polemiche di questi mesi, di aprire una fase di confronto.
Certo rimane grave l’atteggiamento della Cancellieri che ha deciso non solo di
non rispondere a diverse missive inviate dall’Oua, ma addirittura ha escluso le
rappresentanze politiche e istituzionali degli avvocati dalla costituita
Commissione ministeriale di monitoraggio. L'avvocatura pretende che si rispetti
la legge e quindi di essere consultata sui problemi della giustizia, a partire,
appunto, dalla geografia giudiziaria, nell'ottica di un necessario cambiamento.
Nessuno crede che la rete dei tribunali possa rimanere così come era, ma non
crediamo che questo provvedimento sia lo strumento più adeguato per ottenere
risparmi ed efficienza. Si sospenda la riforma, il ministro convochi l'Oua per
una riunione urgente».
(Da Mondoprofessionisti
del 30.9.2013)