Si auspica un pronto intervento della Corte Costituzionale contro l’obbligatorietà
Sono stati più di duecentomila gli avvocati che in tutta Italia hanno aderito all’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria proclamata per oggi e quasi duemila di loro hanno partecipato, a Napoli, alla manifestazione nazionale di stamane. L’avvocatura ha mostrato, ancora una volta, grande unitarietà nel chiedere l’eliminazione dell’obbligatorietà della mediazione civile e nel respingere il progetto di rottamazione dell’arretrato proposto dal ministro Alfano. “La manifestazione di oggi oltre all’obiettivo di porre termine alla svendita della giustizia civile mediante la media - conciliazione obbligatoria si oppone anche al progetto di smaltire l’arretrato eliminando i diritti dei cittadini – ha affermato il presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua) Maurizio De Tilla. De Tilla ha poi aggiunto - “non sono accettabili tanto l’introduzione generalizzata del principio della sentenza con motivazione a pagamento, quanto la previsione di 600 ‘ausiliari’ del giudice, da selezionare tra avvocati dello Stato e giudici in pensione, con meno di 75 anni. Ma non è condivisibile neppure la proposta di ricorrere a diecimila avvocati che possono fare i giudici senza preparazione specifica, senza un chiaro criterio di selezione, senza garanzie di indipendenza e senza che siano previsti specifici parametri di incompatibilità”. Il problema va risolto all’interno dei tribunali, non al di fuori ed è stato già proposto un progetto da parte dell’Oua e dell’Associazione Nazionale Magistrati chiamato “Patto per la Giustizia”. Il Patto, per ora ignorato dall’apparato ministeriale, prevede la riorganizzazione della macchina giudiziaria con una riforma della magistratura onoraria, un riconoscimento costituzionale del ruolo dell’avvocatura, la presenza di giudici laici ma non di categoria b e selezionati con criteri di qualità, l’introduzione di interventi telematici e l’apporto di risorse umane. “L’obiettivo di tutta l’avvocatura è quello di investire risorse per una giustizia giusta che non lucri sul cittadino ma lo tuteli” – ha affermato il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli Francesco Caia. Secondo Caia “è giunto il momento di far sentire la propria voce nei palazzi romani perché questa rappresenta la voce del cittadino”. Durante la manifestazione è stata anche fatta un’autocritica nei confronti del Consiglio Nazionale forense da parte del suo segretario Andrea Mascherin. Mascherin ha evidenziato il fatto che il Consiglio inizialmente non ha interpretato né rappresentato l’umore e le esigenze dell’avvocatura, come ha fatto invece l’Oua, oggi però “la battaglia non viene più messa in discussione anche se è sempre necessario un confronto con le altre istituzioni”. Ora i piccoli risultati non soddisfano più, quello che si auspica è un pronto intervento della Corte Costituzionale che sancisca definitivamente l’incostituzionalità dell’obbligatorietà della media-conciliazione.
Serena Roberto (da Mondoprofessionisti del 23.6.2011)