L`Ordine di Treviso ha sospeso 4 legali
che non avevano versato la tassa
annuale
Un`altra grana che si va ad aggiungere
alle tante che già colpiscono la
professione
La
nobile professione dell`avvocato vive una crisi profonda e questo non è certo
più un mistero. La desolante novità, però, è che molti colleghi vengono sospesi
dai propri Ordini professionali perché non sono in regola con il versamento del
contributo d`iscrizione annuale.
In
particolare l`Ordine degli avvocati di Treviso nel mese di agosto ha assunto tali
provvedimenti contro ben quattro avvocati e la reintegrazione all`esercizio
della professione forense potrà avvenire soltanto con la regolarizzazione della
posizione entro un determinato termine.
POCO
PIÙ DI 200 EURO
Tale
decisione, infatti, è stata assunta ai sensi dell`art. 29 Legge 247/2012
secondo il quale «coloro che non versano nei termini stabiliti il contributo
annuale sono sospesi». Insomma tempi bui per l`Avvocatura, se non pochi
avvocati hanno difficoltà a racimolare poco più di duecento euro da pagare
all`Ordine di competenza.
Il
problema è che molti svolgono la professione part time e senza l`organizzazione
stabile di uno studio legale, ma utilizzando il telefono di casa. Il
decadimento della professione va di pari passo con la crisi che coinvolge
qualsiasi altra attività. Il sovrabbondante numero di avvocati svilisce, però,
in modo significativo la professione forense. Da un lato, la categoria non ha
mai brillato in auto tutela, rimanendo sempre arroccata su posizioni arcaiche,
dall`altro lato i governi di qualsivoglia colore non hanno mai perso occasione
di legiferare contro l`avvocatura, rea di chissà quale misterioso peccato
originale.
Un
colpo Bersani, uno assai feroce Monti con il dimezzamento delle tariffe e ora è
in arrivo il servizietto finale di Renzi ovvero il Ddl concorrenza.
CAPITALI
ESTERNI
Non
nasconde tutta la sua preoccupazione il Presidente del Consiglio nazionale
Forense, organo di rappresentanza degli avvocati, Andrea Mascherin: «Preferisco
non commentare per ragioni di opportunità il mancato versamento dei contributi
da parte dei Colleghi, ma la crisi della nostra professione è una questione
seria. A breve arriverà in Aula il Ddl concorrenza che prevede l`ingresso negli
studi legali di società di capitali estranei alla nostra professione siano esse
banche, assicurazioni o mafia. Il capitale esterno con scopo di lucro potrà
verificare con la sola ottica del profitto la convenienza dell`acquisizione del
mandato da parte del professionista, ledendo in tal modo l`autonomia e
l`indipendenza dell`avvocato. Non è esclusa la fallibilità dello studio legale.
L`avvocatura però non è mercatista, non vuole assecondare l`assenza di tariffe
e parametri.
Non
riceviamo alcuna tutela dal Legislatore: vogliono assimilarci ad elettricisti
ed idraulici. Però se sbaglia l`idraulico, si rompe un tubo, se sbaglia
l`avvocato, manda in galera le persone!».
IL
DDL CONCORRENZA
Insomma,
il primo degli avvocati italiani mette le mani avanti: se oggi la categoria non
sta bene, dopo il Ddl concorrenza starà ancora peggio. Se decine e decine di
avvocati vengono sospesi per cronica carenza di fondi, l`ingresso del capitale
comporterà il vero e proprio acquisto di molti avvocati a
pochi spiccioli. Un`avvocatura al guinzaglio della finanza è privata della sualibertà,
ma probabilmente si allinea all`andazzo generale. La finanza porta ricchezza in
cambio di libertà. Meglio poveri, ma liberi.
Matteo Mion (da Libero del
4.9.2015)