In occasione dell'apertura dell'anno giudiziario ho letto alcuni interessanti commenti sulla stampa, come quello del Dott. Ferrarella sul Corriere della Sera di domenica 27 gennaio, che definisce una 'seduta di psicoterapia togata' la cerimonia di apertura dell'Anno Giudiziario presso la Corte d'appello di Milano. A chi volesse approfondire le cause della 'malagiustizia' suggerisco di riflettere sul tema della separazione della funzione giurisdizionale dalla funzione amministrativa nella magistratura. Infatti buona parte del problema del malfunzionamento della nostra Macchina Giudiziaria è dovuto alla totale incompetenza della magistratura in materia gestionale o, se si vuole, manageriale, il che determina il caos totale di quasi tutti i nostri tribunali, sopratutto quelli più grandi (Roma, Milano, Napoli). In parole povere, i magistrati dovrebbero limitarsi a leggere le carte, celebrare i processi e scrivere le sentenze, mentre il personale amministrativo, dai dirigenti ai semplici funzionari, dovrebbe occuparsi di far funzionare la Macchina (gestire il personale, le sedi degli uffici giudiziari, le forniture, i servizi connessi, per esempio quelli informatici e le notifiche), come dovrebbe fare qualsiasi azienda erogatrice di servizi. I magistrati sono soltanto i primi utenti del 'servizio giustizia', inteso nell'accezione amministrativa, insieme agli avvocati e ai cittadini. Per farlo funzionare in maniera efficiente (basti pensare alle notifiche!) è necessaria una formazione altamente specializzata in materia gestionale, cosa che i magistrati non hanno. Se preferiscono fare i manager della giustizia invece di fare i giudici, si mettano in aspettativa, cessino di svolgere la funzione giurisdizionale, vadano a scuola di management, superino i necessari esami e poi si facciano assumere per svolgere questa funzione, insieme a tutto il personale amministrativo del Ministero della Giustizia. Se poi si vietasse ai circa mille magistrati attualmente in aspettativa di svolgere le altre funzioni extragiudiziali, quali consulenti ministeriali, arbitri e quant'altro, avremmo risolto il 90% dei problemi della nostra Macchina Giustizia. Vogliamo aprire una riflessione e un serio dibattito su questo tema?
Che ne pensano l'avvocatura e la magistratura?
Antonio J. Manca Graziadei (da Mondoprofessionisti del 29.1.2013)