Il tecnico chiamato ad aggiustare una caldaia malfunzionante rischia una condanna per lesioni e quella al pagamento dei danni nel caso in cui lasci funzionare l'impianto, pur con la raccomandazione di utilizzarlo poco, nonostante sia consapevole della presenza di un difetto in uno dei componenti l'impianto. Lo sottolinea la Cassazione nella sentenza n. 48229/2012.
Il caso. Il tecnico era stato chiamato da una famiglia, che si era accorta del cattivo funzionamento della caldaia a gas della propria abitazione. L’uomo si era accorto del fatto che l'impianto, molto probabilmente a causa del pressostato non originale, aveva problemi a funzionare correttamente. Nonostante ciò aveva consentito a che la famiglia residente nell'abitazione continuasse ad utilizzare il riscaldamento seppure non a pieno ritmo. Senza successo il tecnico ha cercato di contestare il verdetto di colpevolezza emesso a suo carico.
Il giudizio di legittimità. Infatti, la Cassazione ha confermato la condanna (coperta dall'indulto) a mille euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni provocati dalle esalazioni della caldaia che era stato chiamato ad aggiustare. In particolare, ad avviso della Suprema Corte, il tecnico "avrebbe dovuto impedire, a titolo precauzionale, ogni uso della caldaia, non potendo certamente assumersi personalmente il rischio di un malfunzionamento dell'impianto, con la conseguente creazione di un prevedibile pericolo per la salute dei familiari residenti nell'abitazione". Per la Cassazione "costituiva un preciso dovere dell'imputato avvertire il cliente sul pericolo relativo all'utilizzazione di una caldaia con un pressostato di dubbia funzionalità". Il tecnico, insomma, avrebbe dovuto "rifiutarsi di lasciarlo utilizzare senza una previa verifica della sicurezza della funzionalità" del componente 'sospettato' di cattivo funzionamento. Secondo i supremi giudici "il solo fatto di aver lasciato libero il cliente di utilizzare una caldaia potenzialmente dannosa, in quanto dotata di un pressostato di incerte origini, costituisce una grave imprudenza, fonte di responsabilità".
(Da avvocati.it dell’8.1.2013)