“La giustizia non funziona: è una vera e propria emergenza per il sistema-Italia, per i cittadini, per la competitività e per l’economia”.
È quanto sostiene il presidente dell’Oua, l’organismo unitario dell’avvocatura, Maurizio de Tilla, che lamenta “un’eccessiva lunghezza dei processi, un enorme arretrato giudiziario nel civile, un diritto alla difesa sempre più mortificato, una crescente incertezza della pena, una cattiva organizzazione degli uffici e un’irrisolta precarietà delle strutture, nonché una situazione di primitivismo tecnologico nei tribunali e un incompiuto processo telematico. La nostra giustizia – aggiunge de Tilla -è in perenne crisi, sempre meno efficace e sempre più inefficiente e i nostri processi troppo lunghi. Il nostro Paese si colloca al primo posto in Europa per il numero di condanne subite da parte della Corte Europea per la violazione dell’articolo 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e in particolare per non aver determinato un termine ragionevole per le decisioni delle controversie”.
Per De Tilla, “questo tema dovrebbe essere una priorità, eppure a parte provvedimenti tampone e di corto respiro, cambiano i governi, cambiano le maggioranze, ma i nodi rimangono irrisolti. Nelle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario si assisterà a un lungo elenco di problemi ancora da affrontare, ma in questa occasione gli avvocati italiani vogliono cogliere l’opportunità per lanciare una “vertenza giustizia”, partendo dalla premessa che la giustizia non deve essere un campo di battaglia”.
(Da Mondoprofessionisti del 31.1.2011)