L’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Oua, il braccio politico degli avvocati, recentemente eletto nel Congresso Nazionale Forense di Genova, è intervenuto con il presidente, Maurizio de Tilla al convegno nazionale del Partito Democratico su: “Lo sfascio della giustizia civile”, tenutosi oggi a Roma. Nel corso del suo intervento, de Tilla ha richiamato le mozioni approvate dagli oltre mille delegati (sul civile e sull’ ordinamento giudiziario) nell’assise di Genova e le proposte avanzate nel corso degli ultimi mesi dall’Oua: il Decalogo per la modernizzare la macchina giudiziaria”, il “Patto per la giustizia e i cittadini”, sottoscritto con l’Anm e i sindacati dei dirigenti e lavoratori del settore. Nonché ha ricordato l’impegno contro alcuni interventi varati dal ministero dal Ministero di Giustizia come la mediaconciliazione obbligatoria e quelli prospettati, ma rimasti in sospeso, come la rottamazione dell’arretrato nel civile. «Nonostante innumerevoli tentativi di riforma, permane immutato il profondo stato di dissesto della giustizia italiana – sottolinea de Tilla - questa situazione è una palese negazione dello stato di diritto, nonché causa di gravi conseguenze sia sul piano economico sia sul piano sociale, nonché sulla stessa competitività del sistema-Italia. L’Oua partendo dal lavoro svolto, dalle decisioni prese dal Congresso Nazionale Forense e dalle iniziative lanciate nel corso dell’anno passato, ha un elenco di proposte concrete per aprire una “Vertenza giustizia” che veda tutte le migliori energie del Paese impegnarsi per far uscire dalla crisi la nostra macchina giudiziaria. Il primo passaggio – aggiunge il presidente Oua - è quello dell’organizzazione della giustizia: razionalizzare l’impiego dei magistrati, con periodiche verifiche della loro produttività e del rispetto dei termini; prevedere il controllo della capacità dei dirigenti preposti agli uffici giudiziari; adottare le best practices; escludere il ricorso alla motivazione sommaria o a richiesta; razionalizzare l’impiego del personale amministra-tivo e riqualificarlo; avviare un serio e generale processo di informatizzazione degli uffici giudiziari e rilanciare il processo telematico; attuare la semplificazione dei riti e delle procedure di notificazione degli atti; assicurare il rispetto delle funzioni di difesa assegnate all’Avvocatura; prevedere strumenti per l’effettiva esecuzione dei provvedimenti giudiziari. Infine avviare la riforma delle molte figure di giudice onorario in una unica, rigorosa e qualificata magistratura laica. Una piccola nota a margine: è necessario implementare i sistemi conciliativi ed extragiudiziali, evitando però l'introduzione a forza di sistemi obbligatori di mediaconciliazione come quello varato dal ministero di Giustizia, che così come concepito, esclude gli avvocati, costituisce un grave impedimento all’accesso dei cittadini alla giustizia e appare non corrispondente alle direttive europee in merito e in palese contrasto con i principi costituzionali del nostro ordinamento». Entrando nel merito di alcune questioni specifiche, de Tilla ha richiamato la mozione approvata nel Congresso e ha auspicato incisive modifiche nella materia del diritto di famiglia, dei minori e delle persone e del lavoro: «È necessario istituire giudici specializzati che sappiano affrontare i molteplici aspetti connessi alle vertenze. Importante riformare il diritto di famiglia minorile e delle persone, tanto sul piano sostanziale quanto su quello processuale, provvedendosi, con riguardo a quest’ultimo, a semplificare ed unificare i riti. Quanto alla giustizia del lavoro è doveroso modificare la legge n. 183/2010 nella parte in cui non prevede la difesa tecnica del ricorrente (mentre è prevista invece per il resistente) perchè riduce la tutela giurisdizionale, altera il previgente assetto del sistema sanzionatorio, prevede l’applicazione delle nuove disposizioni ai giudizi pendenti».
(Da Mondoprofessionisti.it del 21.1.2011)