Il Consiglio Nazionale Forense ha istituito, in collaborazione con l’AIGA – Associazione Italiana Giovani Avvocati -, l’Osservatorio Permanente sui Giovani Avvocati, per acquisire dati rilevanti ai fini della valutazione delle iniziative da promuovere a loro favore. Dall’analisi delle risposte fornite al questionario rivolto ai giovani avvocati, e illustrati al congresso di Genova da Maria Paola Mastropieri della giunta nazionale Aiga, emerge con chiarezza che la preoccupazione maggiore degli avvocati più giovani è relativa al reddito, considerato inadeguato, sempre decrescente ed inversamente proporzionale all’impegno profuso nella professione ed al tempo ad essa dedicato, e sottratto alla vita privata. I giovani avvocati lamentano, poi, di ricevere troppo pochi incarichi: sono prevalentemente i privati, al 51,7%, e le piccole e medie imprese, al 30,1%, a rivolgersi ai più giovani. Grandi imprese, banche e assicurazioni si rivolgono ai grandi studi legali e, comunque, agli avvocati meno giovani. A parere degli intervistati, ciò si verifica perché i giovani avvocati costano meno rispetto ai loro colleghi più anziani e già stabilmente presenti sul “mercato”. Gli intervistati, inoltre, denunciano una grave inadeguatezza di tipo organizzativa: i giovani avvocati, infatti, non si associano facilmente, perché ritengono inadeguato – anche da un punto di vista fiscale – l’attuale normativa di riferimento; il 41% di loro condivide con altri colleghi gli spazi all’interno di una medesima struttura e le spese vive di gestione dei locali, mentre il 35,3% dei giovani avvocati lavora come collaboratore in uno studio legale altrui, pur lamentando di non avere sufficienti tutele (non godono, infatti, di una regolamentazione scritta della loro collaborazione con lo studio per cui lavorano, spesso in esclusiva), e ritenendo non più attuale il divieto per l’avvocato di essere impiegato come dipendente di uno studio legale altrui. I giovani avvocati infra45enni rappresentano oramai il 65% di tutta l’Avvocatura, quella stessa Avvocatura che rivendica la propria dignità, libertà ed autonomia, la propria funzione etica e sociale, il ruolo costituzionale ad essa attribuito, ma al contempo, vuole restare al passo con i tempi, diventando effettivamente organizzata, moderna e competitiva. In conclusione, dalla presentazione dei dati analizzati dall’Osservatorio istituito presso il Consiglio nazionale Forense emerge che occorre promuovere e garantire maggiori spazi di mercato per l’Avvocatura, assicurando, ad esempio, una effettiva riserva di consulenza stragiudiziale o consentendo anche agli avvocati la possibilità di autenticare le sottoscrizioni degli atti. Emerge altresì che occorre introdurre misure di sostegno economico per i giovani avvocati (ad esempio stabilendo l’obbligatorietà del compenso per praticanti e per i collaboratori e disciplinando la figura del collaboratore di uno studio legale altrui), anche attraverso l’individuazione di nuove strutture organizzative dello studio legale, per incoraggiare i giovani ad associarsi, a realizzare network e costituire società professionali dove i soci non debbano rispondere illimitatamente e solidalmente, ad informatizzare lo studio legale e ad adottare efficaci sistemi gestionali di studio, il tutto a garanzia di efficienza e professionalità nell’offerta sul mercato dei servizi legali.
(Da Mondoprofessionisti del 29.11.2010)