L'Oua al ministro Cancellieri:
maxi emendamento per salvaguardare
i diritti dei cittadini. Altrimenti sarà astensione
La rappresentanza politica forense, l'Oua, ha approvato ieri un documento al termine dell'Assemblea Nazionale dell'Avvocatura tenutasi a Roma, con il quale si critica duramente il cosiddetto "decreto del fare", per quanto riguarda gli interventi relativi alla giustizia. All'assise erano presenti il Cnf, gli Ordini territoriali in rappresentanza di tutto il Paese, le Associazioni Forensi. Nel deliberato si proclama l'astensione dal 5 al 16 luglio e si chiede l'apertura di un tavolo urgente di confronto. In tal senso, si attende un positivo riscontro dall' incontro previsto con il Ministro Cancellieri il prossimo 3 luglio (insieme al Cnf e alla Cassa Forense). La richiesta è che vengano recepite le proposte dell'avvocatura e inserite in un maxi-emendamento nell'iter di conversione della legge. Il presidente dell'Oua, Nicola Marino, rilancia e chiede, «interventi a tutto campo, non solo limitati alla mediazione, ma guardando all'Europa (dove non esiste un sistema come quello italiano). Si deve puntare alla negoziazione assistita e alle camere arbitrali, come alternativa all'obbligatorietà e all'onerosità, ostacoli inaccettabili all'accesso alla giustizia per i cittadini. Nel documento - spiega il presidente Oua - si chiede, inoltre, alla magistratura un messaggio forte su questi punti, in virtù del Patto per la Giustizia sottoscritto qualche anno fa con l'avvocatura. E in assenza di segnali precisi in tal senso - aggiunge -saremo costretti allo scioglimento del Patto stesso. Quindi - continua Marino - chiediamo una nuova politica complessiva sulla giustizia, anche per quanto riguarda il penale, con la depenalizzazione di alcuni reati, riformando diverse leggi criminogene (Bossi-Fini e sulle droghe), intervenendo sulla situazione delle carceri e quindi, prevedendo, per esempio, l'amnistia e l'utilizzo di misure alternative alla detenzione (ecc), nonché il ricorso all'utilizzo dei molti magistrati ora fuori ruolo per ridurre i tempi dei processi. Sarà un’astensione del "fare bene", propositiva e per aprire un dialogo – conclude il presidente Oua –. L’Avvocatura in modo unitario ha approvato un deliberato sul provvedimento del Governo: la mediazione è possibile, ma no all’obbligatorietà e all’onerosità e, comunque, limitata ad alcune materie da individuare. Servono interventi complessivi e condivisi nel penale e nel civile, sull'ordinamento giudiziario, non con decreti legge con evidenti profili di incostituzionalità, ma investendo del suo ruolo il Parlamento e previa consultazione con l'avvocatura».
(Da Mondoprofessionisti del 26.6.2013)