Rubare in uno studio professionale fa scattare il reato di furto in abitazione: anche lo studio va considerato come privata dimora.
E’ quanto si evince dalla sentenza n. 10787 depositata lo scorso 14 marzo, con cui la Quinta sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto da una donna accusata di furto in abitazione.
La fattispecie
Rimasta sola per alcuni minuti nella segreteria di uno studio professionale odontoiatrico, l’imputata rubava oltre 1.000 euro sottraendoli da un cassetto della scrivania. Condannata in entrambi i gradi di merito per furto in abitazione, sulla base delle testimonianze delle impiegate, la donna si difendeva in Cassazione sostenendo che lo studio professionale non è da ricomprendere nella previsione di cui all’art. 624 bis c.p.
Lo studio professionale è una dimora privata
Tale tesi però non convince la Suprema Corte: «E’ da ritenersi luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora qualsiasi luogo nel quale le persone si trattengano per compiere, anche in modo transitorio e contingente, atti della loro vita privata, come studi professionali, stabilimenti industriali ed esercizi commerciali».
(Da avvocati.it dell’8.4.2011)