«Nessuna divisione o polemica, la stragrande maggioranza, 140 ordini forensi, ritiene che lo sciopero sia la strada giusta – questo il commento del presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla al primo bilancio delle adesioni alla manifestazione dell’Adriano del 14 aprile prossimo e allo sciopero del 14 e del sedici prossimi venturi - d’altronde dopo oltre un anno di tentativi di dialogo e di proposte fatte al ministro Alfano, senza alcuna risposta, l’unica risposta possibile è rimasta quella della mobilitazione della categoria, scelta oltretutto che consente una partecipazione democratica e di base di tutti gli avvocati italiani. Non solo dei vertici. Solo alcuni Ordini pur condividendo le motivazioni della protesta di Oua e Cnf, non hanno dato consenso allo strumento dell’astensione che noi riteniamo valido ed efficace per raggiungere obiettivi unitari. La media-conciliazione obbligatoria è già in vigore, la maggioranza degli enti sono società di capitali e i conflitti di interesse sono irrisolti, i mediatori sono stati formati con corsi di sole 50 ore, la presenza dell’avvocato non è prevista, e i cittadini si trovano di fronte ad una giustizia civile svenduta, a una privatizzazione di un diritto sancito dalla Costituzione. Non solo: come dimostreremo con un documento che stiamo preparando e che renderemo pubblico nei prossimi giorni, questo meccanismo così come varato dal Governo esiste solo in Italia, non ha simili nel mondo, meno che in Argentina». De Tilla, ha colto poi l’occasione per sottolineare il grande sostegno della stragrande maggioranza dei Consigli degli Ordini di tutta Italia e ha invitato anche chi non è d’accordo con il ricorso allo sciopero, proclamato dall’OUA e dall’Unione Nazionale delle Camere Civili, di privilegiare lo spirito unitario, in questa fase politica, e di ascoltare la volontà della base degli avvocati. «Gli avvocati – continua - non si stanno battendo per ragioni di bottega, per spirito corporativistico, ma per difendere il carattere pubblico, universale e di qualità della nostra macchina giudiziaria. Lo hanno capito i magistrati, che hanno espresso critiche alla mediaconciliazione obbligatoria, lo hanno compreso diverse associazioni dei consumatori e anche alcuni sindacati medici, preoccupati oltretutto per le ricadute gravi sul nodo della colpa medica. In quanto alla Politica, è bene ricordare, che sono all’esame del Senato due ddl bipartisan per modificare la mediaconciliazione, a dimostrazione della contrarietà di tutte le forze di opposizione e di grande parte di quelle di maggioranza. Per quanto riguarda l’astensione, i dati sono chiari, l’ultima adesione è stata fortissima quasi in tutta Italia, ragione per cui, la base, cioè le migliaia di avvocati che sono il nostro referente, hanno spinto affinché si continuasse con le iniziative di protesta. Rimanere con le braccia conserte è un rischio che non ci possiamo più permettere, più di un anno di proposte costruttive sono negli archivi, a testimoniare la grande volontà di confronto avuto dall’avvocatura, ora è il momento di usare la testa, e non la pancia, per condurre questa battaglia di democrazia per l’Italia e per una vera riforma della giustizia, rilanciando, anche le svariate proposte fatte dall’Oua, come il Decalogo o come il Patto per la Giustizia, sottoscritto con l’Anm. Perché gli avvocati italiani sono per il cambiamento e per la modernizzazione, non per il mantenimento dello status quo».
(Da Mondoprofessionisti dell’8.4.2011)