MA CHE GIUSTIZIA CIVILE
SI STA COSTRUENDO PER IL NOSTRO PAESE?
Maurizio De Tilla, presidente Oua: “Visto che il ministro Alfano non viene a dialogare con gli avvocati italiani, allora ci rivolgiamo a lui in un modo più informale, rispettoso ma diretto. Da cinque affermazioni dei giorni scorsi del ministro sulla mediaconciliazione obbligatoria e l’arretrato giudiziario, sorgono spontanee 10 domande su una riforma che ha tutta l’apparenza di una svendita e di una rottamazione della giustizia civile, con tanto di evidenti conflitti di interessi”.
Il ministro di Giustizia Angelino Alfano nei giorni scorsi ha rilasciato delle dichiarazioni sulla media-conciliazione obbligatoria e sull’arretrato giudiziario, che aprono preoccupanti interrogativi sul futuro della giustizia civile. Ecco 10 domande poste dall’Oua al Guardasigilli, per fare davvero chiarezza.
I. Il Ministro Alfano ha dichiarato che con la media-conciliazione obbligatoria “conta di tagliare 300 mila controversie nei prossimi 12 mesi e altre 700 mila dal 2012”.
Domande poste dall’Oua.
1. È proprio convinto il Ministro che “tagliare” significhi risolvere il problema dell’eccessiva durata dei processi o non invece “deviare” e quindi “ritardare” i tempi della giustizia impedendo ai cittadini di accedere subito al giudice per la tutela dei propri diritti? E poi, vista la continua mutabilità dei dati, siamo certi che i numeri indicati dal Guardasigilli siano davvero questi?
2. Non crede il Ministro che sia esagerato prevedere, insieme, obbligatorietà e onerosità accollando ai cittadini che non vogliono conciliare costi coattivi e non giustificati? Vista l’assenza di criteri di competenza territoriale, come pensa il Ministro Alfano di tutelare i cittadini che vengono invitati a conciliare davanti ad una Camera di Conciliazione distante anche più di mille chilometri dal luogo di incardinamento della successiva probabile controversia?
II. Il Ministro Alfano ha dichiarato “che ha il sostegno di categorie quali “Commercialisti, Confindustria e Camere di Commercio”.
3. Ma le riforme si fanno nell’interesse generale del Paese, o su richiesta e vantaggio di alcuni determinati soggetti?
4. Non crede il Ministro che, con alcune delle componenti da lui citate, vi sia il rischio che prevalga una posizione di dominio che possa portare a calpestare i diritti dei cittadini-consumatori e a realizzare, anche nella giustizia, il dominio dei poteri forti, che il Ministro ha detto sempre di voler contrastare?
5. Come pensa il Ministro di superare i possibili conflitti di interesse tra società costituenti e camere di conciliazione?
III. Il Ministro Alfano ha dichiarato che “ci sono 630 Organismi di conciliazione operativi. Non c’è una sola provincia d’Italia che veda scoperta la propria zona”.
6. Ha verificato il Ministro che tutti gli organismi indicati (ammesso che ci siano e siano operativi) siano dotati di terzietà, indipendenza e qualità, come prescrive la legge delega e il decreto legislativo n. 28/2010?
7. Cosa pensa di fare il Ministro Alfano per evitare che la riforma sulla mediazione sia solo un business?
8. Cosa ha previsto il Ministro per evitare che nelle camere di conciliazione vi siano infiltrazioni mafiose e speculazioni?
IV. Il Ministro ha dichiarato che “nell’ambito dei lavori parlamentari per discutere il disegno di legge sullo smaltimento dell’arretrato l’avvocatura reciterà un ruolo da protagonista”.
9. Il Ministro dimentica che alcuni mesi fa si è reso promotore di un emendamento per lo smaltimento dell’arretrato e che l’avvocatura – non interpellata – si oppose costringendo il Ministero a rinunciare all’emendamento che realizzava una vera e propria “rottamazione della giustizia”, con seicento ausiliari, sentenze brevi e perenzione dei processi? Il Ministro Alfano non ricorda che ha presentato al Senato un disegno di legge sullo smaltimento dell’arretrato che ricalca il precedente emendamento, ed anche stavolta non ha interpellato preventivamente l’avvocatura, con ciò disconoscendone la funzione?
V. Il Ministro ha dichiarato che è meglio risolvere le controversie “con una stretta di mano in 120 giorni anziché fare la boxe su un ring del processo”.
10. Viene da chiedersi in che mondo viva il Ministro Alfano se non in quello dell’utopia, se pensa che con una “stretta di mano” si possa intervenire su materie complesse, quali successioni, diritti reali, responsabilità medica, patti di famiglia, divisioni, rapporti assicurativi e bancari, affidando il destino di un cittadino nelle mani di un conciliatore di primo pelo, senza esperienza, senza adeguato titolo di studio, senza competenza specifica, con una formazione di sole 50 ore (meno di una settimana)?
(Da oua.it del 29.3.2011)