Maurizio de Tilla, presidente Oua: «Sulla battaglia degli avvocati cresce il consenso bipartisan delle forze politiche, della magistratura togata e onoraria, della società civile e anche di diversi sindacati dei medici. Con diverse ragioni, ma tutti critici con un sistema di media-conciliazione obbligatoria unico nel mondo, non in linea con le indicazioni comunitarie, oneroso e dannoso per i cittadini. Il ministro Alfano, purtroppo, è ostaggio di un dogmatismo ideologico che non gli consente di vedere i fatti e soprattutto i grandi interessi economici che ruotano attorno a questa privatizzazione “all’italiana” della giustizia civile»
L’organismo unitario di rappresentanza politica dell’avvocatura (Oua), dopo il grande successo della manifestazione del 16 marzo a Roma dà appuntamento sempre nella capitale per un’altra giornata di protesta il prossimo 14 aprile al Cinema-teatro Adriano. L’Oua ricorda che l’astensione dalle udienze del 14 e 15 aprile, proclamata insieme all’Unione Nazionale Camere Civili, continua ad avere adesioni da parte degli ordini forensi di tutta Italia, nonché da importanti esponenti politici di tutti gli schieramenti. «Manifesteremo il 14 aprile a Roma, al Cinema-teatro Adriano – spiega il presidente Oua, Maurizio de Tilla - e poi il 15 in tutto il Paese per avviare una capillare campagna informativa per i cittadini. Sono stati invitati a partecipare alla manifestazione molti parlamentari: Filippo Berselli, Silvia della Monica, Giuseppe Valentino, Andrea Orlando, Franco Mugnai, Luigi Lusi, Domenico Benedetti Valentini, Cinzia Capano, Antonino Caruso, Antonino Lo Presti, Pierluigi Mantini, Luigi Li Gotti e tanti altri che hanno già mostrato un grande interesse alla battaglia dell’avvocatura. È bene ricordare che al Senato, intanto, è stata aperta la discussione sui disegni di legge Benedetti Valentini e Della Monica per la modifica appunto della famigerata media-conciliazione».
«Ma in queste settimane – continua - sono cresciute anche le proteste anche di altri settori della società civile e del mondo delle professioni, come dimostrano le prese di posizione della magistratura togata e onoraria e di numerosi sindacati medici, preoccupati per un nodo di grande delicatezza come quello della colpa medica. D’altronde come scrive nel deliberato di proclamazione dello sciopero l’Unione Nazionale Camere Civili l’attuale “mediazione espone concretamente imprese e cittadini, ma soprattutto questi ultimi, al rischio di vedere irrimediabilmente ed inconsapevolmente compromesse le proprie ragioni” anche “per il fatto che, da Regolamento, possono essere mediatori anche soggetti del tutto privi di esperienza e conoscenza in ambito giuridico”. Immaginiamo un caso di presunta malasanità affidato a una persona con una laurea triennale, senza competenza in questa materia. Su quali basi opera?»
«Questo sistema di media-conciliazione obbligatoria – conclude de Tilla -non a caso è unico nel mondo, non è in linea con le indicazioni comunitarie ed è oneroso e dannoso per i cittadini. Il ministro Alfano, purtroppo, continua a rifiutare il dialogo e non risponde alle nostre osservazioni, sembra ostaggio di un dogmatismo ideologico, lontano dalla cultura liberale, che non gli consente di vedere i dati evidenti e i grandi interessi economici che ruotano attorno a questa privatizzazione “all’italiana” della giustizia civile».
(Comunicato Stampa da oua.it del 6.4.2011)