Pagamento
del riscatto degli anni della laurea in giurisprudenza, del servizio militare e
di quello civile, nonché del periodo del praticantato («anche se svolto
all'estero», efficace ai fini dell'approdo all'esame di stato e, comunque, «per
non più di 3 anni») rateizzabile fino a 10 anni. E riduzione dell'interesse
«dal 4% al 2,75% annuo». È con queste due modifiche che ottiene l'approvazione
dei ministeri vigilanti di welfare, economia e giustizia il Regolamento per il
riscatto (in base a quanto stabilito dall'articolo 24 della legge 141/1992)
della Cassa di previdenza forense; la delibera, adottata dal comitato dei
delegati il 19 dicembre 2014, riceve, il semaforo verde con un testo, di cui
ItaliaOggi è in possesso, pronto per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale,
firmato dal direttore generale per le politiche previdenziali e assicurative
del dicastero di via Veneto, Concetta Ferrari. Soddisfatto il vertice della
Cassa, perché sono state recepite le modifiche sollecitate e perché, nonostante
l'ultima correzione inviata fosse della fine del 2014, «abbiamo atteso oltre
due anni per il via libera».
Novità
rilevanti l'opportunità di saldare le somme dovute per riscattare gli anni di
studio, di pratica forense e di attività civili e militari in un arco più
lungo, «esteso, cioè, da 5 a
10 anni» afferma il presidente Nunzio Luciano. Diritto che potranno esercitare
gli avvocati iscritti alla Cassa in regola con le comunicazioni reddituali e
col versamento dei contributi, ma pure «chi è stato cancellato dalla Cassa, ma
conservi il diritto alla pensione di vecchiaia», i «titolari di pensione di
inabilità», nonché i superstiti che possano così conseguire il diritto alla
pensione indiretta. Ma quale sarà l'effetto sull'estratto conto previdenziale?
Gli anni in tal modo «recuperati» comporteranno un aumento di anzianità di
iscrizione e contribuzione pari al numero di quelli riscattati. È «un
investimento per il futuro della nostra categoria, che godrà di una dilazione
importante nell'attuale stagione di crisi economica», va avanti il numero uno
dell'Ente. Le nuove norme saranno applicabili (a richiesta dell'interessato)
alle domande di riscatto già presentate, per le quali non sia, però, scaduto il
termine per la corresponsione della prima rata; il tasso del 2,75% annuo non
subirà variazioni, perché «sarà mantenuto per l'intero periodo della
rateazione». Luciano auspica, infine, di avere dai ministeri risposta «in tempi
celeri» sul nuovo Regolamento sull'assistenza, «fondamentale per avviare il
welfare attivo a cui puntiamo».
Simona D'Alessio (da
Italia Oggi del 18.3.2015)