venerdì 13 marzo 2015

Penalisti sul piede di guerra

Svolta “forcaiola” del governo, avvocati pronti a scioperare

E’ un bombardamento. Anzi, un`offensiva a tenaglia. Senato e Camera. Da una parte l`anticorruzione, che si arricchisce di una bella spruzzata di 416bis. Dall`altra la super-prescrizione, ormai pronta al decollo: via libera della commissione Giustizia, con tanto di mandato ai relatori (ma con il no dell`Ncd). Da lunedì si va in aula. Può bastare a risarcire i magistrati per la responsabilità civile? Forse sì. O forse sarà eccessivo mettere in relazione lo strappo giustizialista di Pd e governo con il dispiacere dato alle toghe. Fatto sta che da quando Montecitorio ha definitivamente approvato la riforma della Vassalli, sulla giustizia c`è stata una clamorosa virata in senso restrittivo.

Se i deputati accelerano, i senatori fremono. Martedì sono state aumentate  le pene per peculato, mercoledì sera quelle per corruzione in atti giudiziari e per induzione indebita.

Ieri è saltato fuori un altro emendamento, sempre del governo, che ha introdotto nello stesso disegno di legge anticorruzione anche innalzamenti di pena per il 416 bis. Va bene il principio «nessuna pietà per i mafiosi», per citare l`esultanza del capogruppo dem Beppe Lumia. Ma perché mischiare misure per reati contro la pubblica amministrazione con quelle contro le cosche? I senatorio macinano ma appunto fremono, perché costretti ad aggiornarsi alla prossima seduta, fissata per lunedì, senza ancora aver ricevuto l`emendamento di Orlando sul falso in bilancio. Ma è questione di ore.

ALTRO CHE GIUDICI, ORA SCIOPERANO I PENALISTI

Prendete tutto questo e frullatelo con la prescrizione-monstre, varata ieri dall`altra commissione Giustizia, quella della Camera. Ne esce un processo che non finisce più. Oltre 20 anni perché arrivi la prescrizione in caso di corruzione propria. Ben oltre 25 anni per i casi aggravati di corruzione in atti giudiziari. Chi è che avrebbe dovuto fare sciopero? Adesso rischiano di farlo i penalisti. Sono a un passo.

L`Unione delle Camere penali delibera lo stato di agitazione e si riserva «ulteriori iniziative». Il presidente Beniamino Migliucci non esclude lo sciopero. Prevale, secondo gli avvocati, una «sorta di demagogia dell`urgenza` che induce Parlamento e governo a prendere decisioni improvvide» nella «delicatissima materia» della prescrizione.

Eppure, viene fatto notare nella delibera (di cui pubblichiamo ampi stralci in altro servizio di questa pagina, ndr), «alcun dato statistico segnala la esistenza di una qualche reale emergenza».

In effetti i dati dicono che solo il 3,5 dei reati contro la pubblica amministrazione finisce prescritto.

Ma il governo ormai pare non fermarsi più.

Il governo in realtà è diviso. Esattamente come la maggioranza. Alla Camera i deputati di Arera popolare (Ncd e Udc) votano contro il via libera alla prescrizione, e si vedono sostituiti dai colleghi di Sel che arrivano a dar man forte al Pd. Al ministero della Giustizia è in corso uno scontro molto teso tra il ministro Andrea Orlando e il suo vice Enrico Costa, che è appunto del Nuovo centrodestra. I due non si sono parlati per giorni, da quando cioè la commissione Giustizia di Montecitorio ha approvato la modifica decisiva sulla prescrizione, il famoso raddoppio. In pratica, i tempi massimi relativi alle interruzioni del processo erano prima calcolati in un quarto del massimo edittale, adesso nella metà della stessa pena massima. E` la goccia che ha fatto traboccare il vaso,. E incrinato i rapporti tra il guardasigilli e viceministro. Il quale si limita ad auspicare «correttivi tali da consentire il voto compatto in aula».

Come a dire: se il testo resta quello appena licenziato dalla commissione, noi dell`Ncd confermeremo il nostro no.

Chi è contento è ovviamente Donatella Ferranti, presidente pd della commissione Giustizia, e magistrato: «Una riforma equilibrata ma sostanziale, che potrà finalmente impedire lo scandalo di processi bloccati dalla tagliola del tempo». E poi «finalmente dopo 10 anni mandiamo in archivio la ex Cirielli, una legge perniciosa». L`altro punto forte ricordato da Ferranti è la sospensione della decorrenza dei termini di prescrizione per due anni dopo la condanna in primo grado e per un anno dopo quella in appello.

Si è almeno avuta la premura di prevedere che tali sospensioni si annullino in caso di successiva assoluzione.

E anche di sancire l`inapplicabilità delle nuove regole ai processi in corso. C`è ancora una norma di civiltà che tutela i minori vittime di abusi: per i loro aguzzini la prescrizione comincia a decorrere solo quando la vittima  compie 14 anni.

Il resto però rischia di intaccare pesantemente il principio costituzionale della ragionevole durata del processo. Chissà se nell’ala dura delle toghe tutto questo attenuerà l`irritazione per la responsabilità civile. Un magistrato molto autorevole, il presidente della Corte costituzionale Alessandro Criscuolo, dice che «l`eliminazione del filtro di ammissibilità dei ricorsi non dovrebbe «determinare uno stato di totale preoccupazione o intimidazione per l`ordine giudiziario». E anzi, «se un problema si pone, è nel senso di prevedere una maggiore attenzione, per evitare di incorrere in questa responsabilità». Poi aggiunge: «Una maggiore attenzione può essere un fatto fisiologico, normale e direi positivo». Criscuolo è stato anche presidente dell`Anm. E ricorda un altro dettaglio: «Il risarcimento danni per responsabilità può essere coperto da assicurazione».

Ecco. E allora, per tranquillizzare le toghe, c`era davvero bisogno di regalare loro il processo infinito?


Errico Novi (da Cronache del garantista del 13.3.2015)