Svolta “forcaiola” del governo,
avvocati pronti a scioperare
E’
un bombardamento. Anzi, un`offensiva a tenaglia. Senato e Camera. Da una parte
l`anticorruzione, che si arricchisce di una bella spruzzata di 416bis. Dall`altra
la super-prescrizione, ormai pronta al decollo: via libera della commissione
Giustizia, con tanto di mandato ai relatori (ma con il no dell`Ncd). Da lunedì
si va in aula. Può bastare a risarcire i magistrati per la responsabilità
civile? Forse sì. O forse sarà eccessivo mettere in relazione lo strappo
giustizialista di Pd e governo con il dispiacere dato alle toghe. Fatto sta che
da quando Montecitorio ha definitivamente approvato la riforma della Vassalli,
sulla giustizia c`è stata una clamorosa virata in senso restrittivo.
Se
i deputati accelerano, i senatori fremono. Martedì sono state aumentate le pene per peculato, mercoledì sera quelle
per corruzione in atti giudiziari e per induzione indebita.
Ieri
è saltato fuori un altro emendamento, sempre del governo, che ha introdotto
nello stesso disegno di legge anticorruzione anche innalzamenti di pena per il
416 bis. Va bene il principio «nessuna pietà per i mafiosi», per citare
l`esultanza del capogruppo dem Beppe Lumia. Ma perché mischiare misure per reati
contro la pubblica amministrazione con quelle contro le cosche? I senatorio
macinano ma appunto fremono, perché costretti ad aggiornarsi alla prossima
seduta, fissata per lunedì, senza ancora aver ricevuto l`emendamento di Orlando
sul falso in bilancio. Ma è questione di ore.
ALTRO
CHE GIUDICI, ORA SCIOPERANO I PENALISTI
Prendete
tutto questo e frullatelo con la prescrizione-monstre, varata ieri dall`altra
commissione Giustizia, quella della Camera. Ne esce un processo che non finisce
più. Oltre 20 anni perché arrivi la prescrizione in caso di corruzione propria.
Ben oltre 25 anni per i casi aggravati di corruzione in atti giudiziari. Chi è
che avrebbe dovuto fare sciopero? Adesso rischiano di farlo i penalisti. Sono a
un passo.
L`Unione
delle Camere penali delibera lo stato di agitazione e si riserva «ulteriori
iniziative». Il presidente Beniamino Migliucci non esclude lo sciopero.
Prevale, secondo gli avvocati, una «sorta di demagogia dell`urgenza` che induce
Parlamento e governo a prendere decisioni improvvide» nella «delicatissima
materia» della prescrizione.
Eppure,
viene fatto notare nella delibera (di cui pubblichiamo ampi stralci in altro
servizio di questa pagina, ndr), «alcun dato statistico segnala la esistenza di
una qualche reale emergenza».
In
effetti i dati dicono che solo il 3,5 dei reati contro la pubblica
amministrazione finisce prescritto.
Ma
il governo ormai pare non fermarsi più.
Il
governo in realtà è diviso. Esattamente come la maggioranza. Alla Camera i
deputati di Arera popolare (Ncd e Udc) votano contro il via libera alla
prescrizione, e si vedono sostituiti dai colleghi di Sel che arrivano a dar man
forte al Pd. Al ministero della Giustizia è in corso uno scontro molto teso tra
il ministro Andrea Orlando e il suo vice Enrico Costa, che è appunto del Nuovo
centrodestra. I due non si sono parlati per giorni, da quando cioè la
commissione Giustizia di Montecitorio ha approvato la modifica decisiva sulla prescrizione,
il famoso raddoppio. In pratica, i tempi massimi relativi alle interruzioni del
processo erano prima calcolati in un quarto del massimo edittale, adesso nella
metà della stessa pena massima. E` la goccia che ha fatto traboccare il vaso,.
E incrinato i rapporti tra il guardasigilli e viceministro. Il quale si limita ad
auspicare «correttivi tali da consentire il voto compatto in aula».
Come
a dire: se il testo resta quello appena licenziato dalla commissione, noi
dell`Ncd confermeremo il nostro no.
Chi
è contento è ovviamente Donatella Ferranti, presidente pd della commissione
Giustizia, e magistrato: «Una riforma equilibrata ma sostanziale, che potrà
finalmente impedire lo scandalo di processi bloccati dalla tagliola del tempo».
E poi «finalmente dopo 10 anni mandiamo in archivio la ex Cirielli, una legge
perniciosa». L`altro punto forte ricordato da Ferranti è la sospensione della
decorrenza dei termini di prescrizione per due anni dopo la condanna in primo
grado e per un anno dopo quella in appello.
Si
è almeno avuta la premura di prevedere che tali sospensioni si annullino in
caso di successiva assoluzione.
E
anche di sancire l`inapplicabilità delle nuove regole ai processi in corso. C`è
ancora una norma di civiltà che tutela i minori vittime di abusi: per i loro
aguzzini la prescrizione comincia a decorrere solo quando la vittima compie 14 anni.
Il
resto però rischia di intaccare pesantemente il principio costituzionale della
ragionevole durata del processo. Chissà se nell’ala dura delle toghe tutto
questo attenuerà l`irritazione per la responsabilità civile. Un magistrato
molto autorevole, il presidente della Corte costituzionale Alessandro
Criscuolo, dice che «l`eliminazione del filtro di ammissibilità dei ricorsi non
dovrebbe «determinare uno stato di totale preoccupazione o intimidazione per
l`ordine giudiziario». E anzi, «se un problema si pone, è nel senso di
prevedere una maggiore attenzione, per evitare di incorrere in questa
responsabilità». Poi aggiunge: «Una maggiore attenzione può essere un fatto
fisiologico, normale e direi positivo». Criscuolo è stato anche presidente
dell`Anm. E ricorda un altro dettaglio: «Il risarcimento danni per
responsabilità può essere coperto da assicurazione».
Ecco.
E allora, per tranquillizzare le toghe, c`era davvero bisogno di regalare loro
il processo infinito?
Errico Novi (da
Cronache del garantista del 13.3.2015)