Con sentenza n. 33190 del 4 novembre 2010, il Tar Lazio ha ribadito che, a seguito dell’entrata in vigore della “class action” (dlgs. n.198 del 2009), le associazioni dei consumatori non possono più accertare l’inerzia della p.a. attraverso l’azione sul “silenzio-inadempimento”, ma devono necessariamente ricorrere alla citata forma di azione collettiva.
Nel caso in questione una Onlus romana ha proposto ricorso al Tribunale Amministrativo dopo che il comune capitolino non aveva risposto ad una loro richiesta di adottare gli atti necessari a garantire la consultazione delle organizzazioni dei consumatori nelle procedure di approvazione di atti regolamentari.
L’associazione lamentava il fatto di non essere stata invitata alla procedura di adozione di un provvedimento relativo alla chiusura festiva dei negozi in città, proponendo azione di accertamento al silenzio-inadempimento del Comune.
I giudici amministrativi hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell’associazione in relazione alla nuova normativa contenuta nel decreto legislativo n. 198/2009.
Il Tar ha quindi specificato che l’azione collettiva nei confronti dell’inerzia dell’Amministrazione “non è consentita attraverso l'istituto dell'azione di accertamento sul silenzio-inadempimento ai sensi dei richiamati artt. 31 e 117 c. p. a. , ma per il tramite dell'azione contemplata dal decreto legislativo 20 dicembre 2009 n. 198 (c. d. class action pubblica), non applicabile allo stato attuale ai sensi della norma transitoria contenuta nell'art. 7 del decreto citato”.
(Da Avvocati.it del 10.11.2010)