Reati
contraddistinti da una «particolare tenuità dell'offesa» e non abituali (per i
quali è prevista la detenzione non superiore nel massimo a cinque anni, ossia
la pena pecuniaria) verso l'archiviazione. Ma non vi saranno automatismi, visto
che spetterà al giudice, caso per caso, verificare se il fatto sia, appunto,
così lieve da rientrare nell'ambito di applicazione della norma. All'indomani
del via libera della commissione giustizia della camera (si veda ItaliaOggi di
ieri), è l'organismo omologo del senato a licenziare il parere sul decreto
legislativo 130/2014, varato dal governo a dicembre, e finalizzato ad
alleggerire le procure da una serie di dibattimenti per fatti di lieve entità.
«Si è detto di tutto su questo provvedimento, si è parlato e si continua a
parlare impropriamente di depenalizzazione, quando abbiamo chiarito nettamente,
in tutte le sedi, che non è così», dichiara a ItaliaOggi il relatore, Giuseppe
Cucca (Pd).
E
fa un esempio: l'opposizione «ha tirato in ballo, fra quelli che sarebbero
usciti dalla punibilità, il reato di stalking che, com'è noto, riguarda
comportamenti persecutori reiterati» e, quindi, si esclude da sé. Un
provvedimento che «prende in considerazione fatti bagatellari, per i quali si
ritiene che il sistema giustizia non debba intervenire con un dispendio di
risorse», da destinare, invece, a processi inerenti questioni più delicate e
complesse, aggiunge.
Quanto
alle garanzie, sulla scia di quanto già precisato da David Ermini, responsabile
del settore giustizia del Pd e relatore del parere a Montecitorio, il senatore
evidenzia come «la parte offesa viene sempre avvisata, pertanto potrà fare
opposizione», elemento che il magistrato dovrà tenere in considerazione. E,
inoltre, seppure l'offesa sia di particolare tenuità e il comportamento di chi
commette il fatto risulti occasionale, il dlgs stabilisce che ciò non
costituirà pregiudizio per l'esercizio dell'azione civile finalizzata al
risarcimento del danno.
Simona D'Alessio (da
Italia Oggi del 5.2.2015)