Almeno, per la Cassazione…
In
questi giorni, è facile rimanere “vittima” o decidere di fare uno scherzo a un
amico o a una persona cara.
Ma
attenzione alle goliardie perché se per il noto detto popolare “a Carnevale ogni
scherzo vale”, anche un gesto con finalità innocue può finire in tribunale,
sconfinando in responsabilità civili e addirittura penali.
Negli
anni, infatti, si è registrata una lunga schiera di pronunce (e, quindi, di
“condannati”) che può metterci in guardia sulle burle che è meglio astenersi
dal fare (anche a Carnevale) per evitare di finire nei guai con la giustizia:
Evitare
i falsi profili sui social network
Spacciarsi
per un’altra persona è reato, anche se solo per gioco. Quindi meglio evitare di
attribuire agli amici ignari la paternità di profili, frasi o peggio richieste
di incontri a sfondo sessuale per farsi due risate. La Cassazione (sentenza n.
25775/2014), infatti, occupandosi del caso di un ragazzo che aveva creato un
profilo falso su un social network, con tanto di foto e nickname di un altro
(del tutto inconsapevole della cosa), attribuendogli, peraltro, una descrizione
poco lusinghiera, ha ritenuto integrato sia il reato di sostituzione di persona
ex art. 494 c.p. che quello di diffamazione.
No
agli scherzi telefonici notturni
Anche
gli scherzi telefonici realizzati in piena notte per farsi quattro risate a
danno di un amico possono trasformarsi in guai seri.
Di
recente, infatti, la
Cassazione (n. 25772/2014) si è pronunciata su una vicenda
avente per protagonista un minore siciliano colpevole di aver telefonato di
notte a casa di un amico, spacciandosi per un membro di una setta satanica e
dicendogli: “Morirai entro sette giorni”.
Andando
ben aldilà della goliardata, indubbiamente di cattivo gusto, l’autore dello
scherzo si è beccato una condanna per il reato di minaccia.
Niente
gavettoni ai vicini
Gli
innocui gavettoni ai vicini, lanciati per scherzo o per dispetto, possono
creare un mare di problemi.
Se
qualche anno fa un ottantenne perugino si è visto confermare una condanna per
lesioni per essersi divertito a tirare secchiate d’acqua al vicino di casa (che
malauguratamente scivolava finendo all’ospedale), un altro “burlone” si è
beccato una condanna per molestie per aver fatto finta di innaffiare le piante
(che non c’erano) pur di bagnare il vicino antipatico (Cass. n. 15956/2014).
Non
inviare lettere “con sorpresa” ai rivali
Inviare
una lettera anonima è uno dei mille modi per fare uno scherzo (o meglio un
dispetto) a un rivale in amore. Ma attenzione a non inserire qualche “sgradita
sorpresa” perché potrebbe costare molto caro.
È
quanto capitato a una donna che dopo aver inviato una serie di lettere anonime
alla rivale aveva deciso di inviare un’originale missiva con dentro uno scorpione
morto.
Lo
scherzo le è valso una condanna da parte della S.C. (sentenza n. 30306/2009)
per il reato di molestie oltre a una multa di 400 euro.
Anche
la “linguaccia” è reato
Attenzione
anche alle smorfie, perché persino una linguaccia può diventare reato.
La
Cassazione, qualche
tempo fa (sentenza n. 48306/2009), ha condannato un agricoltore marchigiano per
il reato di ingiuria oltre al risarcimento dei danni per essere entrato nel
campo del vicino e avergli fatto uno spernacchio pensando di farla franca.
La
parte offesa, invece, aveva prontamente fotografato la scena e lo aveva
denunciato davanti al giudice di pace.
La S.C., considerando irrilevanti le giustificazioni del
contadino sulla mancanza di valore offensivo della smorfia, ha confermato la
condanna ex art. 594 c.p. sulla base dell’esauriente documentazione
fotografica.
Marina Crisafi (da
studiocataldi.it del 15.2.2015)