Lo scioglimento delle
Camere fermerebbe il provvedimento
Una fine anticipata della legislatura potrebbe
vanificare gli sforzi dell’avvocatura per ottenere una nuova regolamentazione
della professione. Ferma in commissione al Senato sotto il peso di un cospicuo
pacchetto di emendamenti la riforma della professione forense non potrebbe
essere approvata. È vero che il provvedimento è stato calendarizzato per l’Aula
nella prossima settimana, ma i tempi sono strettissimi visto che prima deve
essere approvata la legge di bilancio. Monti ha dichiarato che salirà al Colle
per dare le dimissioni subito dopo l’approvazione della legge di stabilità.
Dimessosi il Governo il lavoro del Parlamento si blocca in attesa di un nuovo
esecutivo. Tutto fermo, dunque, anche se Napolitano tentasse un rimpasto prima
di sciogliere le Camere e se ciò avvenisse
la sorte del provvedimento sarebbe segnata. È tuttavia vero che prima dello scioglimento del Parlamento si
è sempre verificato un corri corri all’approvazione dei provvedimenti più
importanti per evitarne la decadenza. Ma in coscienza non credo che i deputati,
molti dei quali finirebbero nella nuova legislatura per rimanere a casa,
possano preoccuparsi della riforma forense. Unica consolazione, seppur magra,
per il mondo forense è che i regolamenti parlamentari prevedono una corsia
preferenziale per quei provvedimenti che, approvati da un ramo del Parlamento
vengano ripresentati all’inizio della nuova legislatura.
Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti
del 10.12.2012)