domenica 2 dicembre 2012

“Becero” è un insulto ... ma non in politica

L'epiteto 'becero' è sì "lesivo dell'altrui reputazione", ma se, nel corso di una discussione politica, viene rivolto a un compagno di partito o anche un 'avversario', la parola è ammessa e discriminata dal diritto di critica politica perché indica la critica "alla perpetuazione di sistemi gestionali volti alla copertura di grumi di interessi di parte". Lo sottolinea la Corte di Cassazione, con la sentenza 45014/2012.
Il caso. La Suprema Corte ha, così, annullato la condanna per diffamazione nei confronti di un militante politico, condannato dal tribunale di Crotone, per aver apostrofato con l'appellativo di 'becero' un altro esponente politico, durante il congresso di partito al quale entrambi partecipavano. La parola era stata pronunciata "in riferimento alla spartizione di incarichi regionali".
Il giudizio di legittimità. Ad avviso della Cassazione questo è "un tema capace per sua natura di sollevare, tanto più in un piccolo consesso, come quello del Comune di Crotone, confronti dialettici anche vivaci tra i rappresentanti delle contrapposte parti, pronte a rinfacciarsi, anche per il passato, gestioni della cosa pubblica tutt'altro che ispirate alla cura dell'interesse generale, quanto piuttosto orientate al perseguimento di interessi particolari, di natura clientelare e di scarsa trasparenza, se non proprio di patente illegittimità, su argomenti da sempre, ed ovunque, occasione di vivace scontro politico, come quello relativo alla ripartizione di incarichi presso una Regione". Pertanto, rilevano gli Ermellini, la parola 'becero' era da considerare come "una censura, assai colorita, ad un metodo di amministrazione, e il suo significato trascendeva l'ambito individuale o la sfera personale della persona alla quale era rivolta, per porsi come critica ad un sistema di gestione". Anche se "discutibile sul piano quantomeno dello stile, dell'opportunità e del costume politico", tuttavia, per la Cassazione deve essere applicata la causa giustificativa della critica politica in nome della libertà di pensiero garantita dalla Costituzione.

(Da avvocati.it del 30.11.2012)