domenica 11 novembre 2012

Ricorsi contro la chiusura degli uffici giudiziari

IL COMITATO DI AZIONE CONTRO LA CHIUSURA DI 1000 UFFICI GIUDIZIARI, PROMOSSO DALL’OUA, HA DECISO LA PRESENTAZIONE DI RICORSI AL TAR, COINVOLTE QUASI TUTTE LE REGIONI ITALIANE
DAL SUD AL NORD UN DECISO NO ALLA DEMOLIZIONE DELLA MACCHINA GIUDIZIARIA
DE TILLA: “DI FRONTE A UNA PALESE VIOLAZIONE DELLA COSTITUZIONE NON POSSIAMO CHE REAGIRE. PRESENTATI RICORSI IN SARDEGNA, EMILIA ROMAGNA, BASILICATA. E NEI PROSSIMI GIORNI ANCHE IN CAMPANIA, LAZIO, ABRUZZO, PIEMONTE, TOSCANA, SICILIA, PUGLIA. MA NE SONO IN PREPARAZIONE ANCHE NEL RESTO DEL PAESE. IL GOVERNO APRA SUBITO UN CONFRONTO PER RIVEDERE SCELTE SBAGLIATE CHE PRODUCONO RISPARMI IRRISORI RISPETTO AI COSTI DIRETTI E INDIRETTI DERIVANTI DALLA CHIUSURA DI 1000 UFFICI GIUDIZIARI

Si è tenuta ieri pomeriggio (giovedì, ndAGANews) la prevista riunione del “Comitato di Azione contro la chiusura di 1000 uffici giudiziari”, promosso dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura. Confermata la decisione di estendere i ricorsi al Tar in tutte le regioni. Per l’Oua, forte anche del parere richiesto al costituzionalista, professor Giuseppe Verde, ribadisce la presenza di diversi profili di illegittimità.
Intanto il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, ha reso noti i nomi delle località interessate dai primi provvedimenti: «Dopo Tempio Pausania e Olbia, il TAR Sardegna ha già fissato per il 23 gennaio la decisione nel merito, vista la rilevanza delle nostre motivazioni. Abbiamo presentato altri ricorsi al TAR Emilia-Romagna (Imola e Porretta Terme), TAR Basilicata (Pisticci).
Per Porretta Terme rileviamo l’assurdità della chiusura di una sezione distaccata ben organizzata ed efficiente e con un bacino di 13 Comuni e con una popolazione di oltre 66.000 abitanti, che per effetto di un meccanismo miope, stabilito dal ministero, viene investita da una decisione che non tiene conto di fattori oggettivi e che di fatto produrrà conseguenze negative per lo sviluppo di quei territori dal punto di vista economico, e che è una palese violazione dei diritti dei cittadini. Nel ricorso si spiega bene la situazione: “Il territorio comprende sostanzialmente gran parte dell’Appennino Bolognese...di natura montana, con alto indice di precipitazioni piovose e nevose in rapporto alle medie nazionali; in particolare l’85% del territorio è montano, e l’altitudine media dei comuni è di 498 m. slm. La Sezione, poi sconta disagevoli collegamenti ferroviari e stradali caratterizzati da infrastrutture non adeguate. La sede della Sezione dista 61 Km dalla sede Centrale ed è necessaria una percorrenza di almeno 1h15’ via ferrovia, ed 1h’30’ con autovettura…Se invece del criterio della distanza, operasse quello del tempo di percorrenza da Bologna, il tempo necessario a raggiungere Porretta Terme (a sud) non è inferiore, in auto a quello necessario per arrivare a Padova (a nord), a Parma (ad ovest) e a Rimini (ad est), definendosi un perimetro nel quale vi sono almeno tre Tribunali in qualsiasi ALTRA direzione. Mentre le direttrici verso gli altri punti cardinali sono pianeggianti ed assistite da autostrade e treni veloci, la direttrice sud, per giunta, è montana priva di autostrada e ferrovie veloci”. È evidente che tagliare questo ufficio è irrazionale e sbagliato».
«Ma non finisce qui: l’Oua presenterà ricorsi ai TAR per Sala Consilina, Orvieto, Sant’Angelo dei Lombardi, Ariano Irpino, Montepulciano, Mistretta, Nicosia, Pinerolo, Lucera, Melfi, Camerino e poi nel Lazio e in tutte le Regioni».
«Se l’obiettivo è risparmiare, questa è la strada sbagliata – conclude de Tilla – oltretutto usando uno strumento normativo con un iter costellato di evidenti profili di illegittimità. Tra questi, per citarne uno, l’introduzione della nuova normativa nella legge di conversione di un decreto legge il cui oggetto è totalmente estraneo alla materia della revisione della geografia giudiziaria. Ci rivolgiamo al Governo poiché apra subito un confronto per rivedere scelte incostituzionali e sbagliate che producono risparmi inesistenti rispetto ai costi diretti e indiretti (sui cittadini, sulle imprese, per lo sperpero di denaro pubblico per strutture appena costruite o ristrutturate) derivanti dalla chiusura di ben 1000 uffici giudiziari su 1400. E’ come sopprimere due ospedali su tre su tutto il territorio nazionale».

Comunicato Stampa OUA del 9.11.2012