Gli avvocati proclamano lo stato di agitazione,
tra le proposte dieci giornate di sciopero
Le lobby al soldo della associazioni pro mediaconciliazione obbligatoria e di Confindustria tornano all’attacco. Dopo il fallimento del tentativo di introdurre un emendamento al decreto sulla spending rew dichiarato inammissibile, tocca ora al senatore Enzo Ghigo (Pdl) tentare il colpo gobbo presentando un emendamento che reintroduce l'obbligatorietà della mediazione nella conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese. Un emendamento concepito per raggiungere lo stesso risultato è stato presentato sempre allo stesso decreto dai senatori del gruppo misto Gianpiero D’Alia e Enrico Musso.
“Chi intende esercitare in giudizio – specifica l’emendamento - un’azione relativa a una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, è tenuto preliminarmente a esperire il procedimento di mediazione ai sensi del presente decreto”.
Per l'Organismo Unitario dell'Avvocatura si tradisce così la decisione della Consulta che aveva bocciato questo istituto. L'Oua chiede al Senato di respingere questa proposta e convoca lo stato di agitazione e minaccia dieci giornate di sciopero per difendere la Costituzione e i diritti dei cittadini dall'ennesimo tentativo di privatizzare la giustizia.
Per Maurizio de Tilla, presidente Oua, «il Senato deve dire no a questo colpo di mano, l'emendamento presentato dal senatore Ghigo, dichiarato ammissibile, fa tabula rasa della decisione della Consulta, ma anche della disponibilità al dialogo e a trovare soluzioni concrete avanzate dell'avvocatura al ministro Severino. Riporta le lancette indietro, rimettendo in corsa un sistema fallimentare negli esiti e ancor sub judice della decisione della Corte di Giustizia Europa. E' incredibile come i fautori del vecchio e bocciato meccanismo, citino in modo parziale un parere della Commissione Europea e omettono il passaggio più importante: la critica di un sistema che non può essere allo stesso tempo troppo costoso per i cittadini e obbligatorio, e quindi, limitare il diritto all'accesso al giudice. Proprio ciò che avveniva in Italia a tutto vantaggio di interessi particolari, unici ad avvantaggiarsi da una dissimulata svendita di un servizio, della privatizzazione della giustizia. Troppi interessi girano attorno a questo business, è evidente - conclude de Tilla - il Parlamento con autonomia non deve cedere a queste lobby, altrimenti gli avvocati ritorneranno in piazza per difendere la Costituzione. Pronti a dichiarare altri 10 giorni di sciopero".
Tempi stretti per la riforma della professione forense: scade il 26 novembre il termine per gli emendamenti. La Commissione potrebbe continuare ad occuparsi del decreto, in particolare degli emendamenti che la Commissione Industria sembrerebbe propensa ad approvare sulla reintroduzione fino al 2017 della mediazione obbligatoria con la presenza di un avvocato. Nonostante la proposta non contenga sanzioni amministrative o penali, il presidente della commissione Giustizia, Filippo Berselli ha fatto presente che trattandosi di "questione di indubbia competenza della Commissione" ha proposto di discuterne.
Luigi Berliri (da Mondoprofesdsionisti del 16.11.2012)