Il sottosegretario Mazzamuto lascia la commissione per seguire
la conversione del decreto-legge "crescita". E la seduta viene rinviata
Sembrava che i lavori della commissione giustizia, ieri, fossero partiti sul piede giusto. Ma la mancanza dei pareri della commissione bilancio di palazzo Madama sugli emendamenti, prima, e l’assenza poi del sottosegretario Mazzamuto che ha lasciato l’aula della commissione giustizia per seguire presso la Commissione industria l'iter d'esame del disegno di legge n. 3533, di conversione del decreto-legge "crescita" hanno costretto il presidente Filippo Berselli a rinviare l’esame del provvedimento. In apertura di seduta il correlatore Giuseppe Valentino (Pdl) aveva chiesto il ritiro di tutti gli emendamenti. “L'imminente conclusione della legislatura e il fatto che finalmente si sia giunti ad un testo apprezzato, condiviso e atteso dall'Avvocatura - aveva detto Valentino - determina la necessità di approvare il testo senza modifiche. Sarebbe miope - ha aggiunto - pretendere di fare la riforma di un qualsiasi ordinamento professionale senza o contro i professionisti stessi”. Nel complesso infatti si tratta di una riforma a suo parere quanto mai apprezzabile, diretta a restituire in pieno all'Avvocatura la sua natura di professione liberale, nella quale gli utenti sono tutelati anche dalla virtuosa concorrenza fra i professionisti, senza dunque volere aspirare a tutele eccessive e che finirebbero per mortificare la libertà e la qualità dell'esercizio della professione; sotto questo profilo appaiono anche infondati, seppur ispirati a valori condivisibili, i timori di chi vorrebbe un sistema maggiormente preoccupato di garantire un più semplice accesso alla professione, nel timore che un maggiore rigore favorisca di fatto i giovani avvantaggiati dal censo; chiunque abbia esperienza di professione forense sa bene che in questo ambito le élites si costruiscono da sé stesse e che molti dei professionisti più eccellenti che operano oggi sul mercato non appartengono a famiglie di avvocati o a famiglie abbienti, condizioni queste che determinano sì un modesto vantaggio di partenza, destinato però a svanire rapidamente se non sorretto da un adeguato valore professionale e umano. Valentino ha quindi invitato tutti i colleghi a ritirare gli emendamenti, sui quali, in caso contrario, il parere sarebbe negativo. Con la richiesta di Valentino, concorda il correlatore Carlo Chiurazzi (Pd). Anche egli condivide il fatto che tra gli emendamenti presentati ve ne siano alcuni che appaiono migliorativi del testo, e in particolare alcuni che consentirebbero di rendere più semplice e più fluido il rapporto tra professionista e cliente. Tuttavia l'obiettivo di approvare la riforma in questa legislatura deve essere considerato assolutamente prevalente. Dopo che il senatore Achille Serra (Udc-Svp-Aut:Uv-Maie-Vn-Mre-Pli-Psi) ha ritirato i suoi emendamenti, anche la senatrice Silvia Della Monica (Pd) conferma la disponibilità del Gruppo del Partito Democratico a ritirarli dopo l'espressione di tutti i pareri, il seguito dell'esame è quindi rinviato.
Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 29.11.2012)