Il XXXI Congresso nazionale forense, che si terrà a Bari dal 22 al 24 novembre, è un appuntamento importante per l’ Avvocatura che soffre, come e più delle altre professioni, gli effetti della crisi e subisce l’assedio del tutto ingiustificato di alcune istituzioni e di centri di potere economico. Potrete seguire i lavori in diretta nei vostri studi o dai palchi del Teatro Petruzzelli, la splendida cornice nella quale il COA di Bari ha voluto ospitare i lavori congressuali. La scelta di questa sede prestigiosa sottolinea la solennità dell’evento ma al tempo stesso suona come un felice presagio: il teatro è tornato a risplendere, dopo essere stato ferito da un incendio; la sua ricostruzione è il segno che con la forza della volontà e la capacità di sacrificio anche l’Avvocatura, che combatte da tempo la crisi economica, potrà comunque promuovere la ripresa del Paese e continuare ad assicurare ai cittadini la difesa dei diritti e l’offerta di consulenza sui problemi economici, familiari, e personali che la vita quotidiana porta con sé. Il titolo del congresso rispecchia appunto questo programma: l’Avvocatura è presidio della democrazia e milita per una democrazia solidale, non vanta né chiede privilegi: offre invece un enorme servizio al Paese non solo contribuendo alla organizzazione e alla amministrazione della giustizia ma svolgendo tutte quelle attività istituzionali e sociali che tradizione e modernità le hanno assegnato. C’è continuità anche nell’impegno delle rappresentanze dell’Avvocatura: il XXX Congresso svoltosi a Genova due anni fa sottolineava il servizio reso dall’ Avvocatura ai cittadini; il Congresso straordinario, tenutosi a Milano nel marzo scorso difendeva la primazia del diritto rispetto all’economia e ammoniva che i diritti non sono merce; il Congresso barese pone i cittadini prima di tutto. L’Avvocato sa che il suo compito non è circoscritto al rapporto con il cliente, sa che la difesa dei diritti va ben al di là della singola vicenda processuale, sa che oltre alla legge, alla deontologia professionale, nella sua missione è ricompresa una forma di responsabilità sociale che lo impegna a garantire con l’esempio e il contributo personale l’effettività dei diritti e la conservazione delle libertà. E’ questo un impegno, per l’appunto una missione, che va oltre la difesa del sistema economico, la certezza delle contrattazioni, la legalità dei rapporti patrimoniali, perché involge il bene più prezioso della nostra società, la persona, considerata come singolo e come componente delle formazioni sociali in cui svolge la sua personalità. Per assolvere questo compito l’ Avvocato deve essere libero e autonomo. E quando si parla di libertà (e autonomia) dell’avvocato non ci si può riferire solo alla “libertà di giudizio”, come predica il regolamento sulle professioni: è la libertà da ogni coazione, da misure deterrenti, da orientamenti costrittivi che limitano la sua attività. Al Congresso chiederemo che siano abolite le irragionevoli e umilianti disposizioni contenute nei numerosi provvedimenti normativi che prevedono sanzioni per l’ avvocato ( e per il cliente) oltre a quelle già previste dal codice di procedura civile e dal codice deontologico. Al Congresso chiederemo che all’avvocato siano restituiti dignità e decoro nella determinazione di una adeguata retribuzione; chiederemo la modificazione dei parametri perché rispecchino un compenso appropriato e giusto: l’ apprezzamento del lavoro come lavoro intellettuale indipendente ne sono la naturale conseguenza. Al Congresso chiederemo che l’ avvocato possa svolgere il lavoro in comune con altri professionisti senza tuttavia piegarsi all’ingresso di soci di puro capitale, animati dal solo profitto e indifferenti ai valori della professione e ai bisogni degli assistiti. Al Congresso chiederemo che agli avvocati sia assicurato uno spazio ulteriore rispetto a quello tradizionale, eroso dalle competenze di altre professioni - anche non protette - sostenute da un legislatore animato solo dal miraggio del risparmio e indifferente alla qualità del lavoro e alla effettiva tutela dei diritti. Al Congresso chiederemo che anche nelle carceri sia garantita la dignità della persona secondo il precetto costituzionale che considera la pena come rieducativa e non come umiliante strumento di repressione. Al Congresso chiederemo riforme della giustizia studiate con intelligenza, non ricalcate sulle fallaci statistiche della Banca Mondiale degli Investimenti,e non affidate ad interventi erratici, estemporanei e privi di qualsiasi logica sistematica. Al Congresso chiederemo che la riforma forense giunga al suo traguardo, dopo quattro anni di intense fatiche, di discussioni e di polemiche che ne hanno ritardato l’iter e accelerato il degrado della categoria. La riforma riconosce all’ Avvocatura il merito di essere disciplinata con legge ordinaria, conferma il regime ordinistico, tutela il cliente con l’assicurazione obbligatoria e con la consulenza qualificata, assicura una più efficiente giustizia deontologica ed un più razionale svolgimento delle fasi di accesso, tirocinio, e specializzazione. Non sono sogni, sono giuste pretese compatibili con la realtà economica, del tutto conformi al diritto comunitario. Occorre arrestare la deriva legislativa e regolamentare fondata su un ingiustificato pregiudizio verso le professioni intellettuali - e la nostra in particolare. Occorre ricominciare dal punto in cui eravamo arrivati, prima che si abbattesse su tutto e su tutti la crisi travolgente. Il Consiglio Nazionale Forense, ben consapevole della sua missione, Vi sosterrà con impegno e determinazione.
(Da Mondoprofessionisti del 19.11.2012)