In arrivo un emendamento che reintroduce la mediaconciliazione
obbligatoria che, se approvato, porterà a una quarta lettura
L’approvazione della riforma forense sembrava dietro l’angolo. Ma come Ulisse che nell’Odissea viene ributtato in alto mare dai venti proprio quando è in vista di Itaca, così il ddl atteso dall’Avvocatura da 70 anni viene ributtato alla Camera per una quarta lettura. Eppure l’altra sera sembrava fatta. Ma la cosa più grave è che causa dell'ultriore rinvio è causato dalla presentazione di un emendamento, per ora in commissione Industria di palazzo Madama, da Enzo Ghigo, che reintroduce l'obbligatorietà della mediaconciliazione. Voci di corridoio, tuttavia, vorrebbero pronti altri senatori per la presentazioen di analogo emendamento in commissione Giustizia, insieme ad altre proposte di modifica. Modifiche che, se approvate, costringerebbero a un'ulteriore passaggio alla Camera. Un'approvazione senza modifiche è stata chiesta dalla quasi totalità degli Ordini, anche attraverso le Unioni, che hanno inviato al Senato delibere di sostegno alla riforma, mentre Anf e Aiga hanno chiesto l’approvazione di alcune modifiche. Il presidente Guido Alpa aprendo il ciclo di audizioni sul testo della riforma dinanzi alla commissione giustizia del Senato, aveva sottolineato la necessità che si proceda velocemente all’approvazione del testo senza modifiche vista l’imminente fine della legislatura. “L’Avvocatura apprezza l’impegno che il Parlamento – ha sottolineato Alpa - con un confronto parlamentare approfondito, ha profuso nel definire il testo che è una buona sintesi tra il necessario rispetto dell’autonomia e indipendenza dell’avvocatura e le esigenze di ammodernamento della professione. E ha piena fiducia nel Senato. Tuttavia il Cnf, i gruppi parlamentari, le altre componenti dell’avvocatura sono consapevoli che la legislatura volge al termine. Tenendo conto dunque delle ferie natalizie e delle scadenze elettorali – ha concluso il presidente del Cnf - se la riforma non fosse approvata in via definitiva entro la metà di dicembre sarebbe grave per l’avvocatura, provata dal grave momento di crisi, perdere questa occasione”. Di diverso avviso il segretario generale dell'Associazione Nazionale Forense Ester Perifano. "Dopo 70 anni si impone la necessità di una riforma della professione forense, ma quella che sarà approvata in maniera definitiva dal Senato ha bisogno di forti modifiche, perché tanti sono gli aspetti che non rendono un buon servizio all'avvocatura e ai cittadini. È un passo indietro – aggiunge - non risponde alla domanda di modernità, di competitività e addirittura è regressiva per quanto riguarda gli aspetti ordinamentali". Ma ciò che più preoccupa, prosegue la segretaria Anf, "sono le scelte del legislatore riservate a chi vorrà nel futuro intraprendere la professione forense. Nulla si prevede per i cosiddetti Avvocati sans papiers, pseudo partite Iva, ma dipendenti di fatto, ma senza garanzie di nessun tipo. Rimangono, infatti, le proibizioni sul lavoro salariato, cosa, invece, prevista in Spagna, Germania e Francia, e non si cerca neppure di affrontare il problema. Gli Avvocati in Italia sono tanti, è vero, ma sarebbe stato più lungimirante una riforma degli studi universitari, in grado di assicurare agli studenti che intendessero esercitare la professione di avvocato percorsi formativi professionalizzanti, adeguati sin dall'inizio della loro carriera universitaria". Dario Greco, presidente dell’Aiga, Associazione italiana dei giovani avvocati, ha chiesto «a gran voce l’approvazione del disegno di legge di riforma della professione forense, all’esame del Senato, e che l’iter arrivi a compimento entro questa legislatura». Il leader dei legali under45 ha aggiunto che «sono, però, necessarie alcune correzioni al testo, che abbiamo segnalato nel dettaglio: occorre, infatti, che la governance dell’Avvocatura sia realmente democratica e senza sbarramenti anagrafici, così come invochiamo una revisione delle specializzazioni da affidare all'Avvocatura e non alle Università ed incentivi alla nascita degli studi multidisciplinari. Modifiche che riteniamo importanti – chiude Greco – per permettere ai giovani colleghi di avere maggiori opportunità di crescita professionale».
Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 15.11.2012)