Sono
state pubblicate sul sito Web del Ministero della Giustizia (www.giustizia.it)
le schede sulle riforme per il processo civile, annunciate lunedì scorso in
Consiglio dei ministri. I provvedimenti puntano in particolare ad affrontare il
problema dell'arretrato nella giustizia civile e la riduzione dei tempi dei
processi.
Tra
i provvedimenti messi a punto dal governo spicca la previsione di separazioni e
divorzi consensuali innanzi l'ufficiale dello stato civile: una misura che
potrebbe consentire di ridurre il flusso di cause in entrata dei tribunali di
circa 80 mila procedimenti all'anno. In particolare, la riforma prevede che i
coniugi che non hanno figli minorenni, o maggiorenni portatori di grave
handicap o economicamente non autosufficienti, ma che siano d'accordo sulle
condizioni di separazione o di divorzio, possono separarsi o divorziare davanti
l'ufficiale dello stato civile.
La
riforma per il processo civile prevede anche la procedura di negoziazione assistita,
gestita dagli avvocati delle parti per raggiungere un accordo prima che la lite
venga portata davanti al giudice (la previsione é di ridurre il flusso di cause
in entrata di circa 60 mila l'anno); viene poi introdotta la regola generale
per cui «chi perde paga», con l'obiettivo di ridurre le cause con finalità
meramente strumentali e dilatorie. Per ridurre i tempi medi di durata del
processo, inoltre, l'avvocato portrà sentire i testimoni fuori dal procedimento
e depositare poi davanti al giudice il documento con le dichiarazioni.
Il
giudice, invece, potrà utilizzare la video conferenza per interrogare i
testimoni a distanza.
Per
le cause più semplici poi, sono previste forme processuali semplificate,
ridurre i tempi di circa 6-9 mesi, e chi non pagherà volontariamente i propri
debiti dovrà pagare di più, la previsione di un elevato passo legale di
interessi. Per quanto riguarda l'abbattimento dell'arretrato civile, la riforma
messa a punto dal governo prevede il trasferimento dinanzi ad un arbitro, su
accordo delle parti, delle cause pendenti davanti al giudice. Ulteriori misure
vengono poi introdotte per il processo esecutivo - con misure che consentono al
creditore di sapere agevolmente i beni del suo debitore, l'automatizzazione dei
registri informatici di cancelleria e maggiore trasparenza ed efficienza dei
fallimenti dei concordati preventivi e delle esecuzioni sugli immobili.
Quanto
alla semplificazione del processo civile, la riforma prevede un rafforzamento
dell'immediata efficacia di tutte le sentenze di primo e secondo grado, una
sinteticità degli atti, il superamento di tempi processuali superflui, nuove
misure per il giudizio d'appello, con l'obiettivo di evitare impugnazioni
strumentali, la revisione del giudizio camerale in Cassazione e limiti
sull'eccepibilità di questioni di giurisdizione e competenza. Infine, dopo
l'entrata in vigore, avvenuta lunedì scorso, del processo civile telematico
obbligatorio per il primo grado (per le Corti d'Appello si partirà dal 30
giugno del prossimo anno), il governo é impegnato per l'informatizzazione
integrale del processo civile: la riforma si propone di intervenire in maniera
organica sulle tradizionali regole del processo, verso la costituzione di un
vero e proprio codice del processo civile telematico.
(Da ilsole24ore.com del
3.7.2014)