giovedì 3 luglio 2014

PARTENZA ZOPPA PER IL PROCESSO TELEMATICO

Appena entrato in vigore già si prevede
lo slittamento per le cause pendenti
per le quali entrerà in vigore il 31 dicembre

Il processo telematico vale solo per le nuove cause e non per tutti gli atti. La citazione e la comparsa di costituzione vanno notificate e depositate in forma cartacea. Applicabile da subito solo il ricorso per decreto ingiuntivo, ma non in tutti gli uffici giudiziari. Non si sa, infatti, ancora con certezza quali sono i tribunali presso i quali non è possibile la presentazione telematica dei decreti ingiuntivi. Intanto si parla di depositi cartacei (la cd. copia di favore) anche dove è prevista la obbligatorietà. Il processo telematico nasce claudicante e ne vedremo delle belle (e delle brutte). Già otto tribunali (ma sono molto di più) sono stati accertati e indicati senza servizi telematici attivi. Dotazioni tecnologiche zoppicanti, con il 40 per cento degli uffici che hanno meno della metà di computer fissi efficienti. Velocità della connessione insufficiente nel 27 per cento degli uffici. “Della sicurezza – fa notare il presidente Anai, Maurizio de Tilla - non si sa proprio niente. Si rischia, quindi, che tutto il materiale telematico si possa volatilizzare! Ma vi è ancora di più. Ai disservizi della giustizia si accompagna l’aumento dei contributi a carico dei cittadini che intendono promuovere un giudizio. Più spese ma meno prestazioni. come accade per le tasse. Maggiori imposte, ma prestazioni e servizi pubblici insufficienti e talvolta inesistenti”. Non mancano inoltre le polemiche nel mondo forense. L’avvocato Stefano Galeani, Presidente Agifor di Roma, punta il dito contro l’ordine forense della Capitale. “In questi giorni – rileva Galeani - abbiamo ricevuto via mail il Protocollo sul processo telematico sottoscritto dal Presidente del nostro Consiglio dell'Ordine e dal Presidente del Tribunale di Roma. Nel leggere questo documento – spiega il Presidente Agifor di Roma - sono rimasto sbalordito. Il processo telematico ha introdotto notevoli oneri per la nostra categoria, non ultimi quelli economici, ma anche dei vantaggi, una volta appreso bene e perfezionato tale sistema, quali ad esempio la possibilità di effettuare depositi di pomeriggio, evitarci lunghe file nelle cancellerie e trasferte costose e faticose.   Il Presidente del nostro Consiglio dell'Ordine, però, ha voluto aggravare ulteriormente il nostro lavoro con ulteriori oneri. Nel suddetto Protocollo, infatti, si legge che nel depositare telematicamente gli atti e i documenti dovremo inserire nell'atto dei link di riferimento per facilitare la consultazione dei documenti da parte dei magistrati obbligandoci, quindi, ad avere ulteriori conoscenze informatiche o a pagare qualcuno perché vi provveda. Inoltre bisognerà depositare, presso la Cancelleria del Giudice, copie di cortesia sia degli atti sia dei documenti inviati telematicamente. Tale onere, quindi, eliminerà di fatto quei vantaggi forniti dall'introduzione del processo telematico. Ciò che più mi sconcerta, però, è questo atto di sudditanza e di servilismo nei confronti dei magistrati. Le proteste sollevate dal Presidente del Tribunale di Roma contro il PCT, ma non per solidarietà con gli Avvocati, non sono state ascoltate nemmeno dai Suoi colleghi né dall'Associazione Nazionale Magistrati, ha, però, avuto l'aiuto del Presidente del nostro Consiglio dell'Ordine, il quale ha pensato bene di correre in soccorso di tutti i Giudici (non sia mai che si affatichino!), aggravando tutti Noi di quegli incombenti che dovevano, invece, scomparire proprio con l'introduzione del processo telematico”.


Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 3.7.2014)