Mantenimento
del Giudice di Pace: la riunione operativa riguardante il funzionamento e la
ripartizione degli oneri tra gli enti interessati si è conclusa da poco nella
sala degli specchi del palazzo municipale di Giarre. A fare gli onori di casa
il sindaco dott. Roberto Bonaccorsi, che ha accolto i colleghi di Riposto dott.
Enzo Caragliano, di Fiumefreddo dott. Marco Alosi, di Piedimonte Etneo Avv.
Ignazio Puglisi; presenti pure l’assessore ripostese prof. Salvo Russo, la
vicepresidente del consiglio di Linguaglossa dott.ssa Patrizia Ferraro, il
presidente della commissione comunale al Bilancio dott. Francesco Cardillo, la
dott.ssa Lina Mirabella dell’ufficio contenzioso, il cancelliere dott. Giovanni
Zagaglia anche in rappresentanza dell’Ufficio del Giudice di Pace, i dirigenti
dell’Associazione giarrese avvocati (AGA) Giuseppe Fiumanò (presidente),
Massimo Nicotra (vicepresidente), Mario Vitale (segretario) e Giuseppe Musumeci
(consigliere).
Oggetto
della riunione sono state le problematiche legate al personale ed ai costi.
Infatti,
entro il termine perentorio di 60 giorni delta data di perfezionamento del D.M.
7 marzo, avvenuto nei giorni scorsi, gli enti locali devono assicurare
materialmente gli impegni dichiarati in sede di istanza di mantenimento ed in
particolare, a pena di decadenza, devono comunicare al ministero i nominativi e
i requisiti del personale dei propri ruoli destinato a svolgere mansioni di
supporto all’attività giurisdizionale da avviare a formazione, l’esatta
ubicazione della sede comunale prescelta, specificando se sia diversa o meno
dalla precedente (nel caso di Giarre sarebbe l’ex palazzo di Giustizia di corso
Europa), il nominativo di un referente che dovrà essere designato da ciascun
ente locale interessato, al quale il ministero possa rivolgersi per le
opportune ínterlotuzioni, anche con riferimento atte attività di supporto
informatico. Quindi, nel predetto termine di sessanta giorni i Comuni, i cui
territori rientrano netta competenza degli uffici del Giudice di Pace
mantenuto, devono trovare tra loro gli accordi sulla ripartizione degli oneri
economici ed organizzativi, nonché di individuare le risorse.
Il
personale comunale individuato dall’ente deve appartenere a profili
professionali equipollenti a quelli previsti per l’amministrazione giudiziaria
e, in ogni caso, deve risultare idoneo a consentire l’erogazione del servizio
giustizia, essendo abilitato allo svolgimento di mansioni corrispondenti a
quelle rimesse alla competenza del funzionario giudiziario, del cancelliere, dell’assistente
giudiziario e dell’operatore giudiziario, oltre che dell’ausiliario.
La
strada da percorrere non appare semplice, anzitutto per la spiacevole assenza
dei rappresentanti di Comuni come Milo, Mascali, Calatabiano e Sant’Alfio (che
comunque a suo tempo ha aderito all’iniziativa).
La
ripartizione delle spese riguarda in massima parte il personale: su circa 220
mila euro, infatti, oltre 160 mila riguardano tale voce d’uscita.
I
Comuni di Riposto e Fiumefreddo, oltre Giarre, hanno comunque garantito
l’assegnazione di una unità lavorativa.
Con
dispiacere si è discusso del problema relativo a Piedimonte Etneo in quanto il
ministero non ha accolto l’istanza di partecipare all’Ufficio di Giarre
(deliberata dal consiglio comunale!) in quanto già appartenente a quello di
Linguaglossa, già soppresso. I presenti interessati si sono impegnati a cercare
una strada che consenta ai comuni di Linguaglossa, Castiglione di Sicilia,
assieme a quello di Piedimonte, di rientrare nell’ufficio giarrese.
(Da Libera Jonia News del 28.4.2014)
(Da Libera Jonia News del 28.4.2014)