E' comunque offensivo dire 'terrone' anche a chi non ha origini meridionali: è "odiosamente razzista". A sottolinearlo è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42933/2011.
Il caso. Un uomo piemontese, durante una lite con il vicino di casa, a Novara, pur sapendo che questi non avesse origini meridionali, gli aveva detto "lei per me può andare solo a fà nculo, terrone di merda". L'imputato, dotato anche di laurea, pretendeva l'assoluzione dicendo che ormai la società è abituata alle "espressioni poco corrette". Non solo. L'uomo si è anche difeso sostenendo che tutto sommato il vicino non aveva nemmeno motivo di offendersi, non essendo meridionale. Di diverso avviso i giudici di legittimità.
Il giudizio di legittimità. Infatti, la Suprema Corte spiega come "con la medesima tecnica dell'assimilazione denigratoria il vicino è stato paragonato, non solo a un rifiuto organico, ma anche a un individuo che, per la sua origine, è evidentemente ritenuto obiettivamente inferiore". Ha poi proseguito la Cassazione: "è pur vero che la recente giurisprudenza ha mostrato alcune aperture verso un linguaggio più diretto e disinvolto, ma è altrettanto vero che talune espressioni hanno un carattere obiettivamente insultante. Certamente sono obiettivamente ingiuriose quelle espressioni con le quali si 'disumanizza' la vittima, assimilandola a cose, animali o concetti comunemente ritenuti ripugnanti, osceni, disgustosi". Ne deriva che "paragonare un uomo a un escremento (‘terrone di merda’) è certamente locuzione che, per quanto possa essersi degradato il codice comunicativo, conserva intatta la sua valenza ingiuriosa". Né la circostanza che l'imputato abbia un "livello culturale superiore" può essere "invocata per attenuare la valenza negativa della sua condotta": anzi, proprio il suo background - conclude la Cassazione - lo rende "pienamente consapevole della valenza fortemente negativa delle espressioni adoperate".
(Da avvocati.it del 13.12.2011)