IL PRESIDENTE OUA SU MANDATO DELLA VII CONFERENZA NAZIONALE SCRIVE
AI PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA, DEL SENATO E DELLA CAMERA,
AL CAPO DEL GOVERNO E AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
Maurizio de Tilla, presidente Oua, facendo seguito al documento approvato dalla VII Conferenza Nazionale dell’Avvocatura, tenutasi a Roma il 25 e 26 novembre, ha inviato alle massime autorità dello Stato una lettera per chiedere che incontrino urgentemente le componenti istituzionali, politiche e associative forensi: «È necessario aprire un confronto serio con l’avvocatura sia per avanzare proposte concrete per il rilancio del Paese, ma anche per sgomberare il campo da insistenti voci su prossimi interventi “pseudo liberalizzatori” che mettono in discussione il ruolo degli avvocati, il diritto di difesa tecnica dei cittadini e che demoliscono ulteriormente il nostro già malandato sistema giudiziario. Tra le altre proposte paventate anche quella che prevede che le casse previdenziali private vengano poste sotto il controllo pubblico. Una vera “espropriazione”. Ma non basta: sul sistema ordinistico persiste la minaccia di una deregolamentazione attraverso decreti ministeriali se entro 12 mesi dall’approvazione della legge di stabilità non si autoriformino secondo principi ispirati a mere logiche di impresa».
«Abbiamo già assistito all’abolizione delle tariffe minime – continua il presidente Oua - all’introduzione dei soci di capitale negli studi professionali, prima ancora al varo della media-conciliazione obbligatoria. Su questa ultima questione registriamo con attenzione la sensibilità del Ministro della Giustizia, Paola Severino, che nell’audizione di ieri in Commissione Giustizia al Senato ha ammesso che “sulla conciliazione c'é una direttiva comunitaria. Si tratta di trovare il giusto equilibrio, ovvero attuarla senza andare oltre cio' che nella tradizione italiana puo' essere condiviso". Un segnale di evidente discontinuità con i suoi predecessori, ma sul quale ora attendiamo più chiarezza: vogliamo appunto ricordare che il sistema vigente è stato fin ad ora fallimentare nei risultati e quindi inutile per le finalità prefissate di riduzione del contenzioso civile, ma anche che si è in attesa delle decisioni tanto della Corte Costituzionale, quanto della Corte di Giustizia Europea che riguarderanno la illegittimità della obbligatorietà e degli alti costi della mediaconciliazione. È un clima inaccettabile, una continua aggressione alle libere professioni, un settore del nostro sistema economico che occupa oltre 3 milioni di persone, colpito duramente dalla crisi e che non ha alcuna responsabilità nell’attuale dissesto finanziario».
«Ci rivolgiamo – conclude de Tilla - al Capo dello Stato, quale supremo garante della Costituzione, il quale in occasione del XXX Congresso Nazionale forense di Genova ha scritto che: ” L’Avvocatura costituisce una componente peculiare dello Stato di diritto perché a essa spetta l’insostituibile funzione di assicurare una efficace tutela dei diritti fondamentali della persona”, per impedire l’adozione di provvedimenti che si pongano in contrasto con i principi della Carta costituzionale, del Trattato di Lisbona e della Carta dei Diritti dell’Uomo a tutela della libertà dei cittadini e dell’indipendenza dell’Avvocatura, che esercita una attività che costituisce professione intellettuale e non attività di impresa o mercantile».
Comunicato Stampa OUA del 30.11.2011