L’avvocatura è solo in parte soddisfatta delle modifiche apportate al testo originario del decreto. Così l’Oua ha convocato per domani, 16 dicembre, a Roma, gli Stati Generali dell’Avvocatura per assumere forti iniziative per la tutela delle libertà delle professioni, della funzione costituzionale dell’avvocato, per la difesa dei cittadini. “La modifica dell'articolo 33 del decreto salva-Italia, che esclude la totale abolizione degli ordinamenti professionali, alla data del 13 agosto in mancanza di una modifica del regolamento della materia, è un "primo parziale accoglimento della nostra richiesta, ma non basta". Così l'Unione Camere Penali italiane commenta l'emendamento dei relatori alla norma della manovra, prendendo atto del "primo ripensamento che si è avuto" dopo l'allarme lanciato dai penalisti nei giorni scorsi. Ma, sottolinea l'Ucpi, la modifica all'articolo 33 del decreto Monti, che per ora evita le "conseguenze draconiane di un'abrogazione degli ordinamenti professionali", è "insufficiente" e dovrebbe essere seguita da "modifiche più radicali". Perché, insistono i penalisti, in questo modo "non si pone rimedio alle più gravi carenze di una delegificazione superficiale che vuole disciplinare l'ordinamento forense con un regolamento dello Stato e non con legge". L'Unione Camere Penali, associandosi al Cnf, torna infatti a chiedere al Parlamento che alla riforma dell'avvocatura si proceda "per legge e non per regolamento, vista la sua rilevanza costituzionale". Una riforma, si ricorda, "congelata da due anni, in spregio all'importanza della funzione dell'avvocatura a cui spetta la difesa dei diritti dei cittadini". Infine, i penalisti fanno appello alle forze parlamentari, ribadendo quanto chiesto più volte, perché si proceda allo stralcio integrale della norma all'art.33'. Per Maurizio de Tilla, presidente Oua, è una notizia buona per il Paese, non solo per i liberi professionisti: “Se si conferma l’approvazione dell’emendamento che modifica l’articolo 33 del decreto “salva Italia”, si corregge una norma palesemente incostituzionale. Soddisfazione sì, ma la guardia rimane alta – conclude de Tilla - anche perché sono stati in questi mesi approvate altre norme di liberalizzazione selvaggia del sistema ordinistico: delegificazione degli ordinamenti professionali, abrogazione delle tariffe minime, introduzione dei soci di capitale negli studi professionali, equiparazione tra impresa e libera professione. Tutti interventi figli delle pressioni costanti di quei poteri forti, non ancora sazi e che dal Governo Monti pretendono molto di più, cioè la liberalizzazione selvaggia a favore di interessi particolari e a scapito dei cittadini”.
(Da Mondoprofessionisti del 15.12.2011)