L’avvocatura
«sta attraversando una fase di forte crisi», per l’80% degli intervistati.
Soffre la «perdita di prestigio» per il 60% e le «inefficenze del sistema
giustizia» per il 49 per cento. Non solo: ci sono «troppi avvocati», a detta
del 45% degli avvocati stessi. Ma mentre la crisi economica si intreccia con
quella che appare come una perdita dei punti di riferimento anche nella vita
professionale, emerge prepotente una domanda di nuova rappresentanza: da un
lato il 47% dei legali intervistati chiede di «limitare l’accesso alla
professione» per mettere un freno alla concorrenza al ribasso fra colleghi,
dall’altro, il 36% vorrebbe «favorire il ricambio generazionale».
Sono
queste alcune delle risposte contenute nella seconda parte della ricerca del
Censis, commissionata da Cassa forense, sull’avvocatura italiana (la prima
parte era stata illustrata alla Conferenza nazionale della Cassa forense a
Rimini a fine settembre). La ricerca, che comprende le risposte di circa 8mila
legali, verrà illustrata questa mattina a Padova, nella prima sessione del
Congresso Aiga.
La
fotografia della professione scattata dal Censis è per certi versi statica,
visto che la dimensione del proprio studio è stabile per il 76% degli
intervistati, mentre è diminuita per il 15% ed è cresciuta solo nel 9 per
cento.
I
problemi affrontati vanno dalla difficoltà a risparmiare (per l’82% del
campione) alla diminuzione del reddito familiare (che colpisce il 55%), dalle
difficoltà derivanti da una riduzione dell’attività (50%) alle difficoltà
economiche dovute a spese impreviste (45%). Per quasi il 70% degli avvocati
tali eventi hanno avuto ripercussioni sul lavoro – si legge nella sintesi che
verrà presentata stamattina al congresso Aiga –. Il 25% ha dovuto ridurre
l’attività, il 3% l’ha interrotta, e il 42% ha avuto problemi con clienti e
collaboratori.
Tra
i rimedi possibili, oltre all’assai gettonato limite all’accesso alla
professione sul quale il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che
interverrà questo pomeriggio al Congresso ha annunciato novità eurocompatibili,
trovano posto anche l’aumento dell’offerta di welfare, soluzione che piace al
28%, e le forme di supporto alla formazione continua.
«Per
Aiga - sottolinea Nicoletta Giorgi, presidente dei giovani avvocati-, è importante
che la giovane avvocatura si confronti con un mercato che cambia: la crisi
economica ha accelerato la messa in discussione del vecchio modello di
avvocatura, come anche la ricerca del Censis dimostra. Noi siamo impegnati a
costruirne uno nuovo». E Giorgi, quanto all’accesso alla professione, ribadisce
di essere assolutamente favorevole, come dimostra anche la ricerca, a una
modifica dell’ultimo anno di Giurisprudenza per introdurre una selezione per
sceglie di intraprendere la professione.
G.Ne. (da Il Sole 24 Ore
del 23.10.2015)