È ora che i protagonisti del sistema giustizia
facciano squadra nell'interesse del
Paese
Si
è tenuto nella serata di ieri il previsto incontro con il ministro di
Giustizia, Andrea Orlando (e il suo ufficio), sul processo telematico. Presenti
le rappresentanze degli avvocati e dei magistrati e dei dirigenti. Per
l’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha partecipato il presidente, Nicola
Marino, che alla fine della riunione ha espresso soddisfazione per le modalità
del confronto: “Continuiamo sulla strada del dialogo, come sta già avvenendo
tanto con il “Tavolo dell’Avvocatura”, quanto in quello sul processo civile.
Non poteva, quindi, mancare, anche un ambito di riflessione comune sul nodo
strategico dell’innovazione e della modernizzazione della macchina giudiziaria,
a partire dal processo telematico e dalla prossima entrata in vigore
dell’obbligatorietà del nuovo meccanismo a luglio. Purtroppo – continua il
presidente Oua – non possiamo, però, eludere la realtà strutturale del Paese:
l’informatizzazione è in alcune zone inesistente e in altre le connessioni sono
lentissime (con conseguenti interruzioni). Per depositare documenti corposi o
comprensivi di fotografie l'invio può impiegare anche ore. Bisogna innanzitutto,
e necessariamente, intervenire, quindi, sul sistema telematico per evitare
eventuali interruzioni del servizio, con conseguenti danni per il lavoro dei
legali e per l’esercizio stesso del diritto di difesa. Sul piano, quindi, degli
attori del processo – aggiunge - esistono anche altre criticità: molte volte le
cancellerie comunicano solo il dispositivo dei provvedimenti, obbligando così
gli avvocati a prendere visione della motivazione e della copia integrale
ancora con il sistema cartaceo. Va aggiunto che molti giudici continuano,
spesso, a scrivere a mano i documenti, i quali devono essere poi scannerizzati
e spesso non sono totalmente leggibili. Altra nota dolente è quella della
formazione: non si è lavorato adeguatamente tanto con gli avvocati, così come
con i funzionari. Serve l’impegno di tutti per costruire la "giurisdizione
2.0", con norme attuative e transitorie (vedi le altre criticità esposte
di seguito), anche dopo l’entrata in vigore dell’obbligatorietà – conclude,
quindi, Marino – ma sono necessarie risorse straordinarie sul piano
infrastrutturale (connessioni e software adeguati e presenti in modo omogeneo
in tutti i presidi di giustizia) e una vera e forte iniziativa per la
formazione di tutto il personale: magistrati, funzionari e avvocati. Ma anche
una seria modernizzazione e razionalizzazione degli uffici, anche con una
implementazione del personale di cancelleria. Crediamo che possa essere utile,
in tal senso, guardare alle best practices, come quella del Tribunale
“tecnologico” di Sulmona che ha riconvertito la sua organizzazione e raggiunto
livelli esemplari di efficacia nella risposta alla domanda di giustizia dei
cittadini già nel triennio 2010-2013, proprio sulla base di uno storico
progetto dell'Oua. In queste settimane, inoltre, abbiamo dato un nostro
ulteriore contributo propositivo (grazie all’impegno del delegato Oua per i
master, Vittorio Mormando) con la stipula del protocollo di intesa con
l’Università dell’Aquila per l’organizzazione di due master di I livello, uno su:
“Processo telematico e linguaggi giudiziari”, l’altro su: “Indagini giudiziarie
e computer forensics”, proprio con il fine di fornire agli operatori e
professionisti di ambito giuridico-legale adeguate conoscenze giuridiche e
tecniche, in materia di informatica e sistemi informatici, nonché di utilizzo
del WEB, idonee a svolgere le fasi di acquisizione, gestione, utilizzo dei dati
provenienti da sistemi informatici fissi e mobili, nonché dalla rete
nell’ambito di indagini penali e amministrative oppure nell'ambito di
svolgimento delle attività proprie della professione forense”. Per Ester
Perifano, segretario generale dell'Associazione Nazionale Forense “Il processo
civile telematico è una fondamentale occasione di crescita, culturale prima che
economica, e dunque è estremamente importante che questa misura, che innoverà
profondamente i tribunali e la giustizia italiana, prenda il via senza
tentennamenti il 30 giugno. No dunque a soluzioni a macchia di leopardo ,
l'Avvocatura si sta preparando coscienziosamente a raccogliere la sfida e
confidiamo che facciano lo stesso anche le altri parti che concorrono al
funzionamento della macchina della giustizia. Gli ordini forensi – continua
Perifano - sono chiamati a svolgere un ruolo importante e ci aspettiamo che
sappiano fare la loro parte sui territori, senza incertezze. Le Associazioni,
dal canto loro, sono pronte a collaborare fattivamente. L'Anf ha chiesto in
particolare che si metta immediatamente mano alle modifiche del codice di
procedura civile necessarie per rendere compatibile il processo civile con le
modalità telematiche, poiché vi sono una quantità di norme processuali da
adeguare. Infatti, uno dei rischi legati all’entrata in vigore del PCT è che,
per molte parti, il suo funzionamento non è compatibile con le norme
dell’attuale codice di rito. È, quindi, importante, gestire attentamente la
transizione, pensando anche alla soluzione di problemi che già esistono.
Riscontriamo con soddisfazione che questa nostra proposta è stata ripresa,
condivisa e supportata anche dal CSM. Il processo civile telematico – conclude
Perifano - è una grande opportunità e una risposta fattiva alla cronica
lentezza della giustizia italiana, ma per sfruttare al massimo le potenzialità
occorre la piena collaborazione di tutte le componenti. È ora che il composito
mondo dei protagonisti del sistema giustizia facciano squadra nell’interesse
del Paese". “Aiga ha partecipato al
tavolo ministeriale sul PCT portando i dati divulgati alla Conferenza di Parma
– dichiara il presidente Nicoletta Giorgi –. In base a questi dati chiediamo
interventi precisi ed efficaci affinché la partenza del 30 giugno possa essere
seguita in tempi brevi dal recupero dei Tribunali che oggi non sono ancora
pronti. È importante avere la certezza che la data del 30 giugno verrà
rispettata, ma è altrettanto importante che il Governo investa sulla
riorganizzazione degli uffici giudiziari e il Pct potrà essere l’occasione per
portare questo importante risultato. È stato infatti apprezzata da tutte le
componenti del sistema giustizia la proposta Aiga per una maggiore efficienza
della stessa dove tra gli elementi riformatori si indica proprio la
riorganizzazione degli organici di magistrati e amministrativi e una nuova
modalità manageriale di gestione degli uffici”.
Ecco
alcune specifiche criticità riscontrate dall’Oua:
1)
subito dopo il deposito telematico dell'atto (memoria conclusionale o memorie
ai sensi dell'art.183cpc) lo stesso solitamente è immediatamente pubblicato con
la possibilità per l'avvocato di controparte di leggerlo e quindi predisporre
la propria memoria, in risposta di quella già pubblicata; sarebbe opportuno
predisporre un filtro o altro sistema per fare in modo che siano pubblicate
contemporaneamente, evitando di dare così vantaggio a una delle parti
costituite;
2)
talvolta la cancelleria apre e pubblica con ritardo la memoria inviata, non
consentendo di farla conoscere alla controparte tempestivamente riducendo,
quindi, di fatto, i giorni di lettura e di risposta;
3)
le cancellerie, soprattutto nei grandi centri o nelle Corti di Appello,
lamentano una mancanza di corsi pratici. I corsi dovrebbero svolgersi in orari
straordinari, ma al funzionario non viene riconosciuto lo straordinario e
quindi, di fatto, spesso, non si svolgono. Quando si effettuano vengono fatti
da un solo tecnico avanti a un solo computer e cioè in pessime condizioni;
4)
molti uffici giudiziari anche nello stesso distretto non ancora sono pronti.
Alcuni Tribunali sono all'avanguardia altri non ancora prevedono neppure il
depositi dei ricorsi per decreto ingiuntivo;
5)
necessario prevedere una riforma in ordine alla " domiciliazione" e
ai diritti e doveri ad essa correlati.
Luigi Berliri (da
Mondoprofessionisti del 20.5.2014)