Si lavora al testo di un Protocollo
uniforme per tutti i tribunali
Semplificare
e fare in modo che le regole procedimentali si adeguino alla giustizia
“telematica” in modo da mantenere invariato lo standard di tutela dei diritti
della difesa e aumentare l’efficienza della risposta del sistema. “La
digitalizzazione della Giustizia è una strada obbligata per un paese moderno e
noi vogliamo dare un contributo fattivo alla realizzazione di questo
obiettivo”. Così Nunzio Luciano, presidente della Cassa forense, nel corso del
convegno I Fori fanno Rete, organizzato da CNF, Cassa forense e FIIF ( la
fondazione del CNF incaricata di seguire il progetto Pct). “Assieme al Consiglio Nazionale Forense
abbiamo deciso di predisporre una task force per aiutare gli avvocati in questa
fase di transizione che rivoluzionerà la giustizia civile rendendola più snella
ed efficiente – ha spiegato Luciano – in pratica siamo pronti a mettere a
disposizione le nostre risorse per abbassare il più possibile, se non azzerare
completamente, il costo che ogni professionista dovrà sostenere per adeguarsi
alle nuove regole, almeno per il primo anno. Quantificando, si tratta di far
risparmiare ai colleghi all'incirca 300/400 euro, un aiuto concreto soprattutto
per gli avvocati più giovani alle prese con le difficoltà dell’avviamento
professionale. Il primo passo sarà indire una gara per affidare a una software
house la messa a punto dei servizi informatici per la gestione delle pratiche
legali. Per Cassa forense si tratta del primo di una serie di interventi di
welfare attivo su cui il nuovo Consiglio di Amministrazione sta lavorando
dall’inizio del suo mandato – ha concluso il Presidente dell’Ente – sono
convinto che il compito delle casse private non sia solo quello di erogare
pensioni e fornire assistenza, ma anche quello di affiancare i professionisti
attraverso politiche di sostegno al reddito e formazione. In questo particolare
momento storico, aiutare i professionisti a rimettersi in piedi è un obbligo a
cui non possiamo sottrarci, al pari del dovere della sostenibilità
economica”. Con questo spirito il Cnf ha
avanzato una serie di proposte- da attuare in via normativa ma anche-in via
d’urgenza- tramite l’adozione di un Protocollo uniforme sul territorio
nazionale, per rendere garantito il passaggio al digitale (dal 30 giugno
diventerà obbligatorio il deposito degli atti del processo civile). Interventi
che vanno dal definire il momento dell’avvenuto deposito dell’atto processuale
e quello nel quale esso deve essere reso visibile anche alla controparte; o al
riconoscere agli avvocati il potere di autenticazione degli atti
“informatizzati” e di attestazione di conformità agli originali; e ancora
stabilire anche in via tecnica cosa accade se l’atto supera i 30 megabyte. Dalla carta al bit, la Giustizia civile cerca
il riscatto dell’efficienza e l’Avvocatura ha già accettato la sfida. Gli
organismi di rappresentanza istituzionale, Cnf e Cassa forense, hanno già messo
in campo risorse, progetti concreti e proposte per accompagnare gli avvocati
nel passaggio al digitale. All’incontro
sono intervenuti, tra gli altri, anche i rappresentanti del Ministero della
Giustizia (Daniela Intravaia, direttore generale dei servizi informativi e
Massimo Orlando, magistrato dell’ufficio legislativo), i rappresentanti della
Corte di Cassazione e dell’Avvocatura dello stato. Tutti d’accordo
nell’evidenziare che la “rivoluzione digitale” nella giustizia è innanzitutto
un fatto di “cultura e di “conoscenza” dal quale si aspettano vantaggio in
termini di efficienza di tutti il sistema. Tutti d’accordo, ancora, sul fatto
che occorre superare- con il confronto tra i vari protagonisti e le sinergie
fattive- le resistenza psicologiche, strutturali, organizzative che dovessero
verificarsi. È un dato emerso nel
convegno che nei 16 tribunali nei quali valgono Protocolli stipulati su base
volontaria il sistema funziona.
“L’informatizzazione potrà colmare il gap tra alto livello del nostro
sistema giuridico e l’inadeguatezza del sistema organizzativo di
amministrazione della giustizia” ha evidenziato il presidente del Cnf Guido
Alpa. Il Cnf, anche con il supporto degli avvocati del gruppo Fiif (la
fondazione coordinata da Lucio Del Paggio), hanno predisposto diversi
documenti- anche video- divulgativi.
Del Paggio esprime soddisfazione per la riuscita dell’evento. “Al
convegno si sono iscritti 140 avvocati; e in tanti di più hanno seguito i
lavori in streaming, anche presso gli Ordini forensi. Il dibattito con i
referenti informatici dei Coa è stato vivace e tutti hanno espresso
apprezzamento per l’impegno di Cnf e Fiif”, ha dichiarato Del Paggio. Con la Cassa forense è stato
siglato l’accordo per dotare gli avvocati degli strumenti necessari al deposito
telematico. Daniela Intravaia ha evidenziato che solo l’1% dei tribunali non è
pronto, e che il ministero sta lavorando a colmare questo gap. Il tavolo
tecnico permanente sul Pct presso il Ministero della Giustizia, al quale
partecipa il Cnf, tornerà a riunirsi domani 27 maggio.
Luigi Berliri (da
Mondoprofessionisti del 26.5.2014)