lunedì 23 novembre 2015

Pm e giudici onorari in sciopero dal 7 all'11 dicembre

"Niente aggiornamento dei compensi e taglio di 14 milioni"

Scioperano dal 7 all'11 dicembre pubblici ministeri e giudici onorari dei tribunali civili e penali. Rallenta inesorabilmente, per cinque giorni, la macchina della giustizia senza il contributo essenziale di questa categoria: "Solo il lavoro svolto dai pm onorari -  spiega Raimondo Orrù, vicepresidente di Feder. m. o. t (Federazione magistrati onorari di tribunale) -  rappresenta il 72% di tutta l'attività definita dalle procure della Repubblica e pressoché il 100% delle udienze monocratiche".

I magistrati onorari incrociano le braccia perché ritengono di essere vittime, da 12 anni, di un mancato aggiornamento dei loro compensi e addirittura - spiega la Feder. m. o. t - in una nota inviata alla presidenza del consiglio dei ministri e al Gaurdasigilli - di un taglio di 14 milioni dai relativi capitoli di bilancio. Il che, accusa Feder. m. o. t, significherebbe una diminuzione drastica del numero dei magistrati onorari con una conseguente diminuzione del numero dei processi. Inoltre la riforma presentata dal governo non riconosce la continuità dei mandati, sostiene Feder. m. o. t, per questo ogni anno chi lavora nella magistratura onoraria deve ricevere la proroga per poter lavorare per altri 12 mesi. Pesa poi la mancanza di ogni tutela relativa alla maternità, alla malattia e alla previdenza pensionistica: "Siamo di fronte ad un lavoro nero di stato", accusa Orrù.   

Il Guardasigilli, Andrea Orlando, ha convocato per il primo dicembre una riunione con i vertici della Feder. m. o. t. Intanto la magistratura onoraria incassa un primo punto a suo favore perché come spiegano Paolo Valerio e Raimondo Orrù, rispettivamente presidente e vicepresidente di Feder. m. o. t : "La Commissione europea in sede di prima valutazione ha ritenute fondate le lamentele presentate da diversi magistrati onorari italiani, volte a sollecitare l'adeguamento dell'Italia al Diritto dell'Unione europea, riconoscendo la violazione dei diritti conseguenti ad ogni attività lavorativa e ancora di più a chi svolge la delicata attività di magistrato onorario.


Giuseppe Scarpa (da Repubblica.it del 22.11.2015)