De Tilla: non può essere un quarto
grado di giudizio
L’Associazione
nazionale avvocati italiani si appella al ministro della Giustizia perché
elimini la mediaconciliazione obbligatoria.
“Giugno
sarà il mese delle riforme della giustizia – ha dichiarato il presidente Anai
Maurizio De Tilla – chiediamo allora al Guardasigilli di ripensare alla
mediaconciliazione perché si è rivelata una perdita di tempo per i cittadini
che intendono promuovere un’azione giudiziaria per la tutela dei propri
diritti, con un costo che è illegittimo, come risulta dalle decisioni della
Corte Europea di giustizia”.
“La
mediaconciliazione non può essere un quarto grado di giudizio – ha continuato
De Tilla – Le parti hanno il diritto di non comparire in sede di primo
incontro. E da ciò non può scaturire alcuna conseguenza nel successivo giudizio
che una delle parti potrà instaurare.
Contrasta
con questo sacrosanto principio una recente decisione del Tribunale di Roma che
ha stigmatizzato il comportamento di una parte che si era limitata a dichiarare
di non partecipare alla procedura di mediazione ritenendo fondata la propria
posizione. Probabilmente quel giudice romano non sa che in qualsiasi sistema difensivo
di un paese democratico la parte ha la libertà di scelta se comparire o meno.
D’altra parte, il tribunale di Roma mostra di non sapere che la istanza di
mediaconciliazione instaura una procedura senza alcuna precisa indicazione
delle ragioni in fatto e in diritto della domanda. La genericità rafforza il
diritto di non rispondere”.
(Da Newsletter ANAI del
3.6.2014)